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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2011 alle ore 15:26.

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La vendita di azioni allo scoperto (in inglese short selling o short) è un'operazione finanziaria che consiste nella vendita delle azioni senza averne la proprietà sperando di ricomprarle più tardi al momento di consegnarle al compratore a un prezzo inferiore, realizzando così un profitto. Una variante di questo tipo di operazione consiste nel farsi prestare i titoli da qualcuno e di restituirli poi quando i prezzi potrebbero essere sperabilmente scesi.

Questa pratica a partire da metà settembre del 2008 è stata temporaneamente e secondo diverse modalità limitata sui principali mercati finanziari perché accusata di contribuire a far crollare i prezzi dei titoli. Lo short selling è quindi attuato con l'intento di ottenere un profitto a seguito di una tendenza o movimento ribassista delle quotazioni di titoli (azioni, strumenti, beni) prezzati in una borsa valori.

Nel dettaglio, i titoli finanziari, che tradizionalmente sono forniti da una banca o da un intermediario finanziario, durante la vendita allo scoperto vengono istantaneamente prestati dal loro fornitore al venditore allo scoperto (chiamato anche scopertista, in inglese short seller) e subito venduti da quest'ultimo. Essendo un prestito, lo scopertista dovrà corrispondere un interesse al datore del prestito. L'ammontare dell'interesse da pagare man mano che aumenta la durata di questo prestito di titoli, poiché chi effettua la vendita allo scoperto deve, entro un certo lasso temporale, riacquistare sul mercato (quindi a prezzo di mercato) i titoli venduti, riforndendoli così al prestatore: operazione tecnicamente definita ricopertura dello scoperto.

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