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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2011 alle ore 14:31.

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Obama menrte commenta l'aumento della disoccupazioneObama menrte commenta l'aumento della disoccupazione

NEW YORK - Il tradizionale intervento radiofonico del sabato di Barack Obama è stato il sesto in dieci giorni dedicato, tra conferenze stampa e discorsi, alla questione del bilancio federale. Un record, ma anche un'ossessione giustificata: oggi alle 18, la mezzanotte ora italiana, alla Casa Bianca vi sarà di nuovo un incontro difficile con l'opposizione per impostare un accordo quadro e giocare d'anticipo sulla riduzione del disavanzo pubblico americano. Si parla di un colossale obiettivo finale di 4mila miliardi di dollari di riduzione del deficit in dieci anni a partire dal 2013.

E Obama ieri ha spinto per superare l'impasse: «Dobbiamo lavorare insieme per affrontare la nostra crisi fiscale. La buona notizia è che dopo dieci anni di finanze sregolate abbiamo deciso di farlo».

Parole sante. Ma la cattiva notizia è che le distanze restano ampie su questioni chiave come aumenti delle tasse e qualità dei tagli di spesa. Per questo l'opposizione si è irrigidita. A guastare l'atmosfera costruttiva dei giorni scorsi è intervenuto venerdì un dato disastroso sull'occupazione americana: il tasso è tornato al 9,2% e l'economia ha prodotto solo 18mila nuovi occupati. Dei sette milioni di posti di lavoro distrutti dalla crisi finanziaria, solo una piccola parte sono stati recuperati. È un problema politico non da poco: come si fa a chiedere all'americano medio di stringere la cinghia mentre i titoli delle aziende volano in borsa e i banchieri si arricchiscono grazie agli aiuti del contribuente fiscale? Se i titoli volano poi, è perché le aziende americane, pur avendo enormi posizioni di cassa, non assumono.

Per questo Obama ha insistito su un approccio equilibrato: «Dobbiamo essere equi nella nostra manovra: non possiamo tagliare voci che investono nel nostro futuro». Inoltre il tempo stringe: per raggiungere un accordo che consenta di alzare il tetto sul debito entro il prossimo due agosto - ed evitare così il default dell'America - si dovrebbe chiudere al più tardi entro la fine della settimana. Ci sono tempi tecnici sia per approvare le misure che per innalzare il tetto sul debito. E due settimane sono considerate il tempo minimo. In questa situazione, Obama ieri ha fatto proprio del rapporto sull'occupazione il messaggio centrale del suo messaggio, introducendo una tesi: se le aziende non investono in nuovi posti di lavoro è perché temono una nuova crisi e il possibile default americano. «Con una ripresa ancora fragile e che non produce i posti di lavoro non possiamo restare rigidi. Se facciamo ordine fiscale, il Congresso potrà concentrarsi su alcune delle misure per creare nuovi posti di lavoro e le aziende che frenano per le incertezze sulla possibilità di un default avranno maggiore fiducia per creare lavoro». È un ragionamento corretto? Forse dal punto di vista della comunicazione. Ma da un punto di vista economico, la risposta è no: intanto perché le aziende scontano un accordo. Ma poi le aziende non assumo perché il costo del lavoro è aumentato enormemente. E visto che i profitti delle aziende incluse nel S&P 500 dipendono per il 50% dall'estero, un accordo sul bilancio non aiuterà più tanto dal punto di vista economico. Questo punto da solo, illustra quanto diverse le posizioni possano essere all'inizio delle conversazioni di questa notte. L'unica certezza, anzi speranza è che presto l'impasse sarà comunque superato e l'accordo ci sarà nei termini voluti: 4mila miliardi di tagli in dieci anni.

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