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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2011 alle ore 15:46.

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"E' domenica pomeriggio, la moglie già si appisola sulla poltrona e i bambini sono fuori per una passeggiata. E' allora che ti distendi sul divano, sistemi gli occhiali sul naso e apri il News of the World". George Orwell, 1946

Londra – Thank you and Good bye. Colin Myler direttore del News of the World finisce di ritoccare quel titolo e chiama i suoi per l'ultima pinta di birra al pub di Wapping. Grazie e addio, dopo 168 anni di esistenza ad allietare, irritare, informare ed eccitare milioni di inglesi. Il domenicale – giornale con formato e grafica da quotidiano ma in uscita solo di domenica – più popolare di Gran Bretagna, best seller del mondo anglofono con 2,6 milioni di copie ha chiuso con il ricordo scritto da Orwell, boccali di lager e molte lacrime dei 280 dipendenti.

Pagano il prezzo di comportamenti gravissimi avvenuti in passato e quello, ancora da quantificare, fra l'editore Rupert Murdoch, e il mondo politico inglese con il quale si è unito, per reciproca scelta, in un equivoco, promiscuo rapporto.

La pena capitale, per l'evidenza della colpa, la subisce un giornale che chiude nonostante un florido bilancio e un brillante futuro, sfregiato dallo scandalo di intercettazioni illegali, odiose per aver colpito i sentimenti di persone ferite ne sentimenti più profondi. Primi fra tutti i genitori di Milly Dowler la tredicenne assassinata da un serial killer che, per via delle intercettazione del domenicale, i genitori e gli investigatori avevano creduto essere ancora viva. Colin Myler si scusa di quanto è avvenuto sotto altre direzioni, ma nell'ultimo numero tirato in cinque milioni di copie e andato a ruba, ricorda i meriti del suo giornale.

"Una lettera vergata a mano in inchiostro blu è fissata alla mia scrivania – scrive Mazher Mahmood vincitore del premio di giornalismo investigativo britannico e colonna del News – si legge: grazie per aver salvato la mia vita, sei come Superman…" La firma è di un ragazzina di tredici anni sfuggita a una gang di pedofili che l'inchiesta del News of the World aveva consentito di scoprire. L'elenco dei meriti che il giornale ascrive a sé continua in una carrellata di episodi che ricordano una serie di leggi – una in particolare ancora contro i pedofili – introdotte grazie alle battaglie del giornale, in prima linea contro il bullismo, gli aiuti ai parenti delle vittime del terrorismo, l'ecologia. Nell'epitaffio per sé stesso, il News of the World non dimentica le starlet, le celebri discinte fanciulle di pagina tre, né i reali, né i nemici. L'attore Hugh Grant attivissimo nel chiedere la chiusura del giornale è ricordato in un fumetto-cammeo che dice più o meno così: "Divine Brown pensa che le cose private debbano essere rese pubbliche…". Divine è la prostituta che intrattenne a Los Angeles Hugh Grant e finì in prima pagina sul News of the World. Qualche parola la spendono anche per Max Mosley ex boss del Federazione internazionale dell' automobile sbattuto in prima pagina del domenicale per le sue passioni sado-maso. Diceva, il giornale, che le praticava in divisa nazista, dettaglio, si fa per dire, scorretto. Così Mosley ha trascinato il giornale in causa, l'ha vinta – pur ammettendo il vizietto sadomaso- e da allora pare abbia finanziato le iniziative legali delle vittime del News.

Che non sono poche, a fianco dei meriti che Colin Myler ha voluto enfatizzare con una carrellata delle migliori pagine della storia di un giornale che si vanta di aver scoperto e recensito per primo Charles Dickens. Dai giorni della regina Vittoria a quelli di Elisabetta II è passata la storia del regno e del mondo, sulle copertine del News of the World nel segno (quasi) sempre di uno scandalo ad alto tasso di sesso. Questo è stato, fin dagli albori, il mestiere di un giornale scomparso nel volgere di un pomeriggio. Alle "esequie" partecipa oggi anche il suo ultimo editore, l'uomo che negli anni Ottanta lo reinventò sfidando i sindacati e portandolo alle nuove tecnologie lontano da Fleet street, nel periferico – e più economico- quartiere di Wapping. Rupert Murdoch infatti arriva a Londra per un brain storming con Rebekah Brooks, ceo del suo business britannico e contestatissima ex direttrice del News, e con il figlio James il più operativo nelle attività di famiglia. Dovranno mettere in cantiere una difesa sostenibile perché quella che si apre in queste ore può davvero essere la partita finale per NewsCorp. Mentre l'aereo di Murdoch atterra, mentre gli inglesi acquistano l'ultimo numero del giornale decantato da George Orwell, Ed Miliband leader dell'opposizione laburista conferma alla Bbc l'affondo contro l'operazione sulla pay tv BskyB che l'editore australiano fortissimamente vuole. Domani ai Comuni Miliband, avvierà un dibattito e mercoledì chiederà di votare contro l'acquisizione della tv da parte di Murdoch. Il governo non sarà legalmente obbligato a seguire l'indicazione dei parlamentari, ma – in queste circostanze - dovrà adeguarsi. Un voto cruciale, quindi, con l'ala liberaldemocratica dell'esecutivo pronta a schierarsi con l'opposizione. Se davvero salterà il deal da 12 miliardi di dollari, il maggiore mai portato a termine da NewsCorp, per il tycoon comincerà l'autunno della sua incredibile avventura editoriale. Gli hedge fund sono convinti che la cosa salterà e domani si prevede un'altra caduta del titolo BskyB che la scorsa settimana ha perduto il 12% del valore.

Questo è lo scenario di fondo attorno al quale muove l'inchiesta della polizia sulle pratiche adottate dal News of the World. Si attendono almeno dodici arresti nelle prossime ore ed appare probabile anche l'interrogatorio di Rebekah Brooks che continua ad essere fortemente protetta dall'ottantenne editore australiano. Lo stesso Murdoch, è stato ipotizzato, potrebbe essere chiamato a illustrare il suo punto di vista in Parlamento. Lo scandalo delle intercettazioni ordite dal News of World, galoppa verso destini imprevedibili e con una rapidità che non ha precedenti. Oggi è una data storica nel caso che scuote Londra, un contrappasso ideale per Rupert Murdoch che ordina la parola fine proprio laddove tutto aveva avuto inizio. La sua avventura nei media britannici era cominciata con il News of the World, rischia di terminare ancora una volta da lì.

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