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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2011 alle ore 06:37.

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Elio Silva
«Sono mesi che nel mio studio non vedo arrivare una richiesta di progetto. Se non ci fossero le certificazioni energetiche non saprei come tenere occupati, e in questo momento neppure come pagare, i miei collaboratori». Lo sfogo a mezza voce dello stimato architetto milanese di mezza età, così attento al valore reputazionale da richiedere l'anonimato, la dice lunga sul momento che stanno attraversando le professioni tecniche. Crisi economica e blocco dei cantieri si fanno sentire, e la ricerca di competenze diversificate è più pressante che mai.
Diventano così provvidenziali una serie di asseverazioni, attestazioni e certificazioni, non necessariamente obbligatorie, che garantiscono ai professionisti un doppio vantaggio: un nuovo business, più o meno profittevole, e un traino indiretto su tutta l'attività. L'esempio più vistoso è la certificazione energetica degli edifici, prevista a livello nazionale e disciplinata su scala regionale con delibere e disposizioni ad hoc. L'adempimento si sta rivelando una buona opportunità per gli iscritti agli albi tecnici, dai geometri agli ingegneri, dai periti industriali agli stessi architetti. I professionisti attualmente accreditati nei diversi elenchi regionali, secondo dati resi noti pochi giorni fa dal Comitato termotecnico italiano, sono oltre 30mila, dei quali i due terzi già precedentemente iscritti a Ordini. E proprio il nodo degli accreditamenti è, insieme ai metodi di calcolo e alle incognite sui controlli, uno dei principali motivi di preoccupazione.
La certificazione energetica non rappresenta, presa a sé stante, un business particolarmente ricco per chi la redige. Per un appartamento di 100 metri quadrati il costo medio a carico del proprietario, a seconda della zona e del tipo di controlli che vengono eseguiti, oscilla tra i 350 e i 600 euro. Sul web si trovano anche proposte a prezzi stracciati, ma è sempre opportuno verificare contenuti e modalità delle attestazioni. Naturalmente, se l'accertamento rende necessario qualche specifico intervento, ad esempio sulle opere murarie, il conto sale di conseguenza. Le «pagelle» già redatte nel nostro Paese sono quasi un milione, delle quali la metà nella sola Lombardia. «L'importanza della certificazione non consiste tanto nell'attività specifica, quanto nel legame con la progettazione e nell'incidenza sul valore degli immobili», fa notare Fausto Savoldi, presidente del Consiglio nazionale dei geometri. Non a caso la sua categoria - 111mila iscritti, dei quali oltre 10mila hanno già frequentato corsi di formazione ad hoc e risultano iscritti agli elenchi regionali dei certificatori energetici - si è posizionata in prima fila nell'offerta del servizio. «Il 40% del consumo energetico totale deriva da immobili - ricorda – e riuscire a ridurlo significa portare un contributo importante per lo sviluppo sostenibile. I geometri operano tuttora in base a una legge che consente loro di progettare, pur con un vincolo di "modestia", che significa semplicità strutturale e di materiali. Così, grazie anche alla certificazione energetica, puntiamo a una migliore e più razionale progettazione».
Lo stesso discorso vale per l'isolamento acustico, prossima frontiera delle certificazioni, con ricadute di rilievo sul valore degli immobili. L'insieme di tutte queste rilevazioni consente ai professionisti tecnici, accanto ai periti di varia specializzazione, di accreditarsi anche come interlocutori privilegiati degli operatori immobiliari.
Tra gli oltre 200mila ingegneri, già oggi, le attività di consulenza e le perizie impegnano un numero di professionisti quasi pari a quello dei progettisti, per quanto sia difficile separare le aree di competenza all'interno di servizi sempre più integrati (dal settore delle costruzioni arriva l'86% del fatturato complessivo della categoria, pari ad almeno tre miliardi).
Ma come far coesistere ruoli e categorie che, da una periferia all'altra del Paese, continuano a darsi battaglia? «Il futuro della nostra attività è quello delle reti e delle società interprofessionali», afferma Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti. «E se questa è la direzione, è naturale che il problema delle competenze trovi soluzione nella collaborazione quotidiana tra tecnici di aree diverse, come già oggi avviene». In fondo, la gravità della crisi potrebbe, più che in passato, spingere le professioni tecniche sulla via della collaborazione.
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È il costo medio di certificazione di un contratto, o di singole clausole, da parte dei consulenti del lavoro. La certificazione, prevista dalla legge 183/10, sta innovando in maniera sensibile l'attività di questa categoria professionale
È l'aliquota massima applicabile sull'importo del credito da certificare, prevista dalla tariffa dell'Ordine dei dottori commercialisti per il «visto leggero» di conformità da apporre ai fini della compensazione dei crediti Iva oltre la soglia dei 15mila euro

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