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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2011 alle ore 10:20.

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Achille Toro (Ansa)Achille Toro (Ansa)

Ha patteggiato stamani davanti al gup di Perugia la condanna a otto mesi di reclusione per rivelazione di segreto d'ufficio l'ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, coinvolto nell'indagine sui cosiddetti "Grandi eventi". Patteggiamento a sei mesi di reclusione per lo stesso reato anche per il figlio Camillo. Per entrambi la pena è stata sospesa.

Achille Toro, che nel frattempo ha lasciato la magistratura, non si è presentato stamani in aula. Presente invece il figlio Camillo, che non ha voluto parlare con i giornalisti. L'udienza, tecnica, è durata pochi minuti. Erano presenti i difensori di Achille e Camillo Toro, avvocati Roberto Rampioni e Salvatore Sciullo, insieme al pm Sergio Sottani.

Nell'ambito dell'inchiesta sui grandi eventi condotta dalla procura di Perugia, Achille Toro è accusato di aver rivelato, quando era procuratore aggiunto di Roma, notizie su un procedimento trattato presso il suo ufficio nonché su quello della procura di Firenze. Notizie rivelate, secondo l'accusa, anche tramite il figlio Camillo.

Per l'ex magistrato la procura di Perugia ha invece chiesto di archiviare il reato di corruzione. Proprio il suo coinvolgimento nell'indagine avviata dalla procura di Firenze aveva portato nel capoluogo umbro la competenza nel procedimento.

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