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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 08:08.
L'allentamento della stretta sulle pensioni ci sarà. Gli assegni fino a 2.300 euro saranno dispensati dal blocco dell'indicizzazione per il 2012 e il 2013. E probabilmente anche quelli compresi tra i 2.300 e i 3.800 euro. Lo stop dell'adeguamento al costo della vita dovrebbe scattare infatti solo dopo tale soglia. Sotto forma di azzeramento del meccanismo di rivalutazione.
A questa decisione si è arrivati ieri sera dopo l'incontro al Senato tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e i rappresentanti dell'opposizione. L'annuncio è stato dato dalla capogruppo del Pd Anna Finocchiaro: «Il divieto di applicare l'indicizzazione sarà applicato esclusivamente alle pensioni che superino di 8 volte il minimo» Inps. Ripetendo di fatto l'esperienza del protocollo Damiano del 2007 che aveva intimato l'alt (ma per un solo anno) alla rivalutazione di tutti i trattamenti superiori a 8 volte il minimo per finanziare le pensioni basse.
Alla luce delle modifiche che si profilano potranno tirare un sospiro di sollievo sia i pensionati che percepiscono un assegno mensile compreso tra i 1.400 e i 2.300 euro, nei cui confronti il decreto approvato a Palazzo Chigi riduceva al 45% il recupero dell'inflazione, sia quelli inclusi nella fascia 2.300-3.800 euro, che subivano una sforbiciata totale. A questi ultimi la manovra azzerava l'indicizzazione sulla quota di assegno superiore a 5 volte il minimo.
Proprio da qui aveva deciso di ripartire la maggioranza. Nell'incontro pomeridiano al Tesoro si era deciso di 'congelare' per il biennio 2012-2013 la rivalutazione degli interi assegni previdenziali superiori a 5 volte il minimo (e non solo della quota eccedente gli importi in precedenza individuati). Una misura che avrebbe prodotto un gettito superiore di una ventina di milioni rispetto a quella contenuta nel Dl 98: 440 milioni il primo anno che poi sarebbero saliti a 710.
Portare la soglia a 8 volte come chiesto dalle forze di minoranza di fatto abbassa la quota dei risparmi attesi. Ed è anche per questo che si sta pensando di intervenire anche sull'aggancio dell'età pensionabile alla speranza di vita media.
Anziché dal 2014 l'aumento di un mese per l'uscita dal lavoro potrebbe scattare già dal 2012 e altrettanto accadrebbe nel biennio successivo, con un mese in più nel 2013 e un altro nel 2014. Così facendo si arriverebbe al 2014, anno in cui dovrebbe partire l'agganciamento vero e proprio, scontando già il primo trimestre di aumento. Fermo restando che dal 2016 gli ulteriori posticipi sarebbero legati all'aumento della speranza di vita certificato dall'Istat.
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