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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2011 alle ore 08:07.

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I ministri finanziari dell'Unione hanno promesso ieri di introdurre nuove misure per aiutare le banche più fragili. La presa di posizione è giunta a ridosso della pubblicazione venerdì di attesi stress-test, cruciali in un momento in cui un circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario sta mettendo in pericolo la stabilità stessa dell'euro.

«In caso di necessità» e nel rispetto delle regole sulla concorrenza e sugli aiuti statali al mondo imprenditoriale, le banche per quali saranno riscontrate aspetti critici - in queste simulazioni di resistenza a ipotetiche difficoltà - potranno godere di «sostegni dei governi», hanno detto i ministri delle Finanze in un comunicato.
I governi hanno precisato che le banche ancora fragili dovranno essere aiutate principalmente da fondi privati, ma che anche denaro pubblico sarà messo a disposizione. La precisazione è importante. Nel recente passato, numerosi Stati membri si erano opposti all'idea di aiutare nuovamente gli istituti di credito, ritenuti responsabili della crisi.

Nella loro riunione di ieri i ministri finanziari hanno discusso Paese per Paese le varie misure a disposizione dei governi nazionali per aiutare le banche. C'è il desiderio, soprattutto da parte della Commissione, di dimostrare che questi stress-test sono trasparenti e credibili nel tratteggiare lo stato di salute delle istituzioni finanziarie.
Fonti comunitarie hanno però notato sia nella riunione di ieri che nei giorni scorsi la freddezza di molti governi all'idea di rendere questi test ancor più impegnativi. Ideati tra dicembre 2010 e gennaio 2011, molti criteri potrebbero apparire poco severi agli occhi di coloro che vorrebbero tests credibili.

I test sono stati messi a punto dalla European Banking Agency con l'accordo degli enti di vigilanza nazionali. Dopo la pubblicazione dei dati «andranno prese azioni rapide», ha avvertito il commissario agli affari monetari Olli Rehn, ricordando a tutti il rischio di reazioni negative sui mercati mentre il pericolo contagio sta sfiorando l'Italia.
Gli ultimi drammatici sviluppi della crisi finanziaria hanno mostrato l'emergere di un nuovo circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario. «Ormai in molte banche internazionali acquisti e vendite di titoli sovrani e titoli bancari della zona euro avvengono in parallelo», nota una fonte comunitaria. «C'è una completa interconnessione».

L'abbraccio mortale ha un che di paradossale. Nel preannunciare eventuali aiuti statali agli istituti di credito che si riveleranno in difficoltà, l'Ecofin lascia intendere che i governi sono pronti a usare denaro pubblico per difendere la stabilità di banche sotto pressione proprio a causa della loro esposizione nei confronti dei debiti pubblici. C'è il timore a Bruxelles che la pubblicazione degli stress-test provochi nuove scosse sui mercati, sia nel caso non apparissero abbastanza convincenti, sia nel caso puntassero il dito contro particolari istituti di credito. Chi vuole esami credibili crede che la prima eventualità, mentre il rischio sistemico è nettamente aumentato, sia assai peggiore della seconda.

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