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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2011 alle ore 17:56.

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Il giudice del lavoro del Tribunale di Melfi, Amerigo Palma, ha accolto il ricorso presentato dalla Fiat contro il reintegro di tre operai (due dei quali delegati Fiom) dello stabilimento di Melfi, in provincia di Potenza.
Nell'estate del 2010, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli erano stati licenziati, con la contestazione da parte dell'azienda di aver sabotato la produzione durante uno sciopero interno, ed erano poi stati reintegrati dal giudice del lavoro.

Gli operai: non ci arrendiamo
«Noi non ci arrendiamo»: è questo il messaggio lanciato dai tre operai.
Marco Pignatelli, anche a nome di Giovanni Barozzino e Antonio Lamorte, ha aggiunto che «noi accettiamo la decisione del giudice, perché è lui a decidere, ma sicuramente non ci arrendiamo perchè riteniamo che il nostro è stato un licenziamento illegittimo». Ora, ha continuato Pignatelli, non c'è più rabbia, ma solo amarezza. «Prima di oggi credevamo che per noi sarebbe andata in maniera positiva. Continuiamo però a pensare di avere ragione». Secondo il segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, «questa sentenza rischia di aprire un pericoloso precedente rispetto a quelli che sono i diritti dei lavoratori».

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