Caso Enav, Rolex in cambio di appalti

«Cola mi disse che doveva avere una commissione di 2 milioni di euro - 1,5 da Print Sistem e 500mila da Arc Trade - mentre a Borgogni, che aveva sponsorizzato Renco, doveva pervenire la stessa somma di 2 milioni da Renco». Lo racconta ai pm di Roma che indagano sugli appalti Enav Marco Iannilli, commercialista di Lorenzo Cola, ex consulente esterno di Piazza Montegrappa,. Interrogato il 17 gennaio, Iannilli, indagato, parla di lavori in Libia per 150 milioni vinti da Selex Sistemi Integrati. Secondo il commercialista c'era un accordo tra Cola e il direttore relazioni esterne Finmeccanica, Lorenzo Borgogni, per affidare metà dei lavori a un consorzio tra Renco e la Print Sistem di Tommaso Di Lernia. Print avrebbe poi subappaltato alla Arc Trade di Iannilli. Interpellati, gli avvocati Vittorio Virga e Renato Borzone, difensori di Borgogni, «escludono che sia stato fatto alcun pagamento» al manager. Il verbale di Iannilli è allegato all'inchiesta che vede indagati Marco Milanese, Di Lernia e Cola per la vendita dello yacht dell'ex consigliere di Tremonti. In un altro verbale, Iannilli dice di avere saputo da Di Lernia che avrebbe versato all'ad di Enav, Guido Pugliesi, indagato per corruzione, 2 milioni per aggiudicarsi i lavori per la torre di controllo di Linate. Secondo Iannilli c'era un accordo tra Di Lernia e Pugliesi, con il placet di Cola, per aggiudicare a Print Sistem lavori per 850 milioni per Linate e la riconversione di 16 aeroporti militari in scali civili. Ma il 9 febbraio Di Lernia smentisce tale ricostruzione: «Non ho mai pagato Pugliesi. Lo feci credere a Iannilli perché assillato dalle richieste di soldi di Cola». Di Lernia ha ammesso di aver regalato 20 Rolex d'oro a manager di Selex e di Enav, tra cui Pugliesi, in occasione del Natale 2009 e 2010. In una nota, Pugliesi prende atto della smentita di Di Lernia, negando di aver ricevuto regali.D. Lu.
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