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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2011 alle ore 12:50.

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In Italia nel 2010 risulta povera o quasi povera circa una famiglia su cinque. Lo rileva l'Istat, spiegando che si tratta del 18,6% dei nuclei (l'11% sono quelli poveri e il 7,6% sono quelli quasi poveri). Sono 1 milione e 156 mila le famiglie (il 4,6% di quelle residenti) che risultano in condizioni di povertà assoluta per un totale di 3 milioni e 129 mila persone (il 5,2% della popolazione residente): sono considerate assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a quella minima necessaria per acquisire l'insieme di beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Si tratta, quindi, spiega l'Istituto, dei «più poveri tra i poveri».

La povertà relativa
Sono invece 8 milioni 272mila le persone in condizioni di povertà relativa, il 13,8% dell'intera popolazione, pari a 2 milioni e 734 mila (l'11% delle famiglie residenti). L'istituto spiega che si tratta di quelle famiglie che sono cadute al di sotto della linea di povertà relativa, che per un nucleo di due componenti è pari ad una spesa mensile di 992,46 euro.

Situazione più grave al Sud
La povertà relativa è più diffusa nel Mezzogiorno, in particolare maglia nera nel 2010 risulta la Basilicata, mentre il fenomeno è più attenuato al Nord e specialmente in Lombardia, la regione che lo soffre meno.
Lombardia ed Emilia-Romagna sono le regioni con i valori più bassi dell'incidenza di povertà, pari al 4,0% e al 4,5% rispettivamente. Si collocano su valori dell'incidenza di povertà inferiori al 6% l'Umbria, il Piemonte, il Veneto, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Trento.
A eccezione di Abruzzo e Molise, dove il valore dell'incidenza di povertà non è statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le altre regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (26,0%), Sicilia (27,0%) e Basilicata (28,3%).

Colpite le famiglie con figli piccoli
Il disagio economico si fa più diffuso se all'interno della famiglia sono presenti più figli minori: l'incidenza di povertà, pari al 15,6% tra le coppie con due figli e al 27,4% tra quelle che ne hanno almeno tre, sale rispettivamente al 17,7% e al 30,5% se i figli sono minori. Il fenomeno, ancora una volta, è particolarmente evidente nel Mezzogiorno, dove é povera quasi la metà (il 47,3%) delle famiglie con tre o più figli minori. La povertà è superiore alla media (14,8%) tra le famiglie con due o più anziani, in particolare al Nord, dove arriva all'8,9% contro una media del 4,9%. In questa area del Paese la povertà é relativamente più diffusa anche tra le famiglie monogenitore (7,4%), mentre risulta meno frequente tra i single e le coppie senza figli di giovani o adulti (di età inferiore ai 65 anni); l'incidenza è, infatti, pari al 1,2% tra i primi e al 2,1% tra le seconde.

Le regioni più colpite

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