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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2011 alle ore 10:30.

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Il Tar del Lazio ha annullato la Giunta del Comune di Roma, per il mancato rispetto delle "quote rosa". Lo hanno deciso i giudici della seconda sezione, presieduti da Luigi Tosti, i quali hanno accolto i ricorsi proposti dai Verdi di Bonelli, dalle consigliere comunali di Roma di Pd e Sel Monica Cirinnà e Maria Gemma Azuni, e dalle consigliere di Parità della provincia di Roma e della regione Lazio, Francesca Bagni e Alida Castelli. Il sindaco di Roma è già corso ai ripari e ha annunciato che lunedì prossimo presenterà la nuova giunta nella quale entrerà anche Rossella Sensi con una delega «alla promozione della città e allo sport.
Un incarico specifico e necessario soprattutto dopo la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020», ha precisato lo stesso primo cittadino.

Due ordinanze annullate dal Tar del Lazio
Sono due le ordinanze del sindaco di Roma Capitale che il Tar del Lazio ha annullato. Si tratta del provvedimento di nomina della giunta, emesso nel gennaio scorso, e di tutti gli atti successivi e consequenziali, compresa l'ordinanza con la qualeGianni Alemanno il 2 marzo ha confermato la giunta fornendo una motivazione più articolata rispetto al primo provvedimento.

Entro 45 giorni le motivazioni della decisione
La II sezione del Tar del Lazio ha emesso solo un dispositivo di sentenza; entro 45 giorni, il collegio pubblicherà le motivazioni della decisione. Con i due ricorsi proposti, i Verdi, le consigliere comunali e quelle di parità della Provincia di Roma e della Regione Lazio hanno contestato formalmente i provvedimenti di nomina delle due giunte Alemanno, ritenendo sia stato violato lo Statuto comunale per l'insufficiente presenza di donne nell'esecutivo.

Miccoli (Pd): ennesimo schiaffo ad Alemanno
Al momento, infatti, su 12 assessori capitolini solo uno, Sveva Belviso, è donna. Il segretario del Pd di Roma, Marco Miccoli, parla di un «altro schiaffo ad Alemanno», stavolta sulle quote rosa, che «fa l'ennesima figuraccia di questi suoi tre anni di disastri». «Vale la pena ricordare - aggiunge Miccoli - i numeri del fallimento di Alemanno: tre rimpasti di giunta, tre assessori al bilancio sostituiti, quattro capi di gabinetto mandati via, due vicecapi di gabinetto che sono fuggiti. Stessa sorte anche per due direttori esecutivi del Campidoglio. E poi tre presidenti e tre amministratori delegati di Atac sostituiti, al pari di tre amministratori e tre presidenti della società Risorse per Roma».

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