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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2011 alle ore 09:37.
L'aggancio all'area euro non dava sufficienti garanzie e allora meglio fare un mezzo passo indietro. Così con la conversione della manovra deputati e senatori hanno deciso di restringere un po' più il campo e di garantirsi 12mila euro in più all'anno. Sono bastate appena sei parole: «ponderata rispetto al Pil» e «sei principali». Già perché il primo testo della manovra prometteva di ridurre il trattamento economico comprensivo (indennità più rimborsi) dei parlamentari al livello della media dell'area euro. Conti alla mano (come ha dimostrato «Il Sole 24 Ore» di lunedì scorso) avrebbe significato un taglio alla busta paga mensile del 54 per cento: da 11.704 a 5.339 euro. Il tutto con la massima calma, perché il taglio riguarda solo chi siederà sui banchi di Camera e Senato dalla prossima legislatura.
Comunque decisamente troppo. Perché non prendere la palla al balzo della conversione per cercare di strappare qualcosa in più? Mettere nel calderone della media Paesi come Malta, Estonia o la Slovacchia era un rischio troppo alto, perché lì gli stipendi dei parlamentari sono davvero troppo bassi rispetto ai nostri. Anche perché l'aggancio alla media va comunque aggiornato e metti mai che i «piccoli» della moneta unica scelgano ulteriormente la linea dell'austherity. Così la scelta è stata di agganciare le buste paga all'area euro (17 Stati) ma non proprio a tutta.
Sei Paesi possono bastare, soprattutto se sono i principali. E tanto per stare tranquilli (proprio perché non si sa mai) di ponderare la media rispetto al Pil. Ora, è vero che anche il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, in audizione aveva suggerito di limitare il confronto alle altre maggiori economie (Francia, Germania e Spagna) ma la richiesta era finalizzata alla loro maggiore omogeneità con l'Italia per dimensione e struttura economica. Però, guarda caso il nuovo sistema consente di risparmiare 12mila euro all'anno sul sacrificio economico imposto ai futuri parlamentari. Salvo pensare che deputati e senatori non siano improvvisamente diventati sensibili al fascino della statistica... (G. Par. - G. Tr.)
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