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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2011 alle ore 18:46.

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Fiat, per Pomigliano è il giorno della veritàFiat, per Pomigliano è il giorno della verità

Il giudice di Torino Vincenzo Ciocchetti ha riconosciuto la legittimità dell'accordo per costituire Fabbrica Italia Pomigliano, la newco creata dalla Fiat per lo stabilimento campano un anno fa e nata fuori da Confindustria. Respinto il ricorso Fiom-Cgil. L'accordo di Pomigliano è quindi «legittimo», ma la sentenza dice che la Fiat ha messo in atto una «condotta antisindacale» violando l'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.

Il Lingotto ha già fatto sapere che impugnerà la seconda parte del provvedimento deciso dal giudice del lavoro di Torino relativa all'antisindacabilità. Lo ha detto il legale dell'azienda, il professor Raffaele De Luca Tamajo.

La vicenda
La prima udienza si è tenuta il 18 giugno; oggi si è svolta la seconda, davanti al giudice del lavoro Vincenzo Ciocchetti. La sentenza è considerata uno snodo determinante rispetto al risvolto sulle relazioni industriali, alla definizione di un eventuale contratto auto o di una legge sull'efficacia erga omnes dei contratti aziendali ma anche rispetto al futuro degli investimenti dell'azienda in Italia e della sua permanenza nel sistema confindustriale. Lo stesso amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, ribadendo più volte la necessità di avere certezze e garanzie in fabbrica, non ha nascosto, negli ultimi mesi, che l'atteggiamento della Fiom può condizionare la realizzazione degli obiettivi del piano Fabbrica Italia, 20 miliardi di euro in 5 anni, sino al 2014.

Le richieste della Fiom
Nello specifico, la Fiom-Cgil chiedeva l'accertamento della nullità dell'accordo e l'antisindacalità del comportamento della Fiat nella costituzione della newco Fabbrica Italia Pomigliano e dei suoi effetti sui lavoratori.

«Non è un articolo ex 28 - aveva spiegato l'avvocato Elena Poli, coordinatrice legale per la Fiom torinese, depositando il ricorso ad aprile - ma è un ricorso in ordinaria, promosso dalla Fiom nazionale contro Fiat Spa, Fiat Group e Fabbrica Italia Pomigliano. Si tratta di un trasferimento di attività produttiva tra Fiat Group Automobiles e Fabbrica Italia Pomigliano. Chiediamo che sia dichiarata illegittima l'interruzione dei rapporti di lavoro dei dipendenti che devono rinunciare al loro contratti e alle norme vigenti perdendo di diritti».

Il ricorso chiedeva anche l'accertamento del comportamento antisindacale da parte della Fiat nei confronti della Fiom e che l'azienda «sia condannata a cessare tale comportamento e a rimuoverne gli effetti, applicando nello stabilimento tutti i contratti e gli accordi collettivi già vigenti». La seconda parte del ricorso è stata accolta.

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