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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2011 alle ore 23:05.

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«La sentenza ci soddisfa a metà»: questo il primo commento degli avvocati Raffaele De Luca De Majo e Diego di Rutigliano, legali della Fiat, dopo la sentenza del tribunale di Torino.

«La prima parte della sentenza è motivo di grande soddisfazione mentre la seconda parte è incomprensibile»: questo il commento dei due legali del gruppo GFiat, avvocati Raffaele De Luca Tamajo e Diego Di Rutigliano.

«La prima parte riconosce piena legittimità delle nuove regole pensate per lo stabilimento di Pomigliano che l'azienda ritiene indispensabili per poter competere in un mercato sempre più globalizzato. La sentenza - aggiungono i legali - ha riconosciuto la legittimità delle deroghe ai contratti collettivi nazionali e la validità dell'impegno del gruppo Fiat e delle quattro organizzazioni sindacali firmatarie. La Fiom, al contrario, ha il mito dell'intangibilità del contratto collettivo nazionale di lavoro che invece è stato demolito dal giudice».

«Al contrario riteniamo la seconda parte della sentenza incomprensibile in quanto contrasta apertamente - dicono gli avvocati - con l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori che sancisce il diritto di rappresentanza sindacale soltanto alle organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto il contratto». I legali hanno fatto sapere che presenteranno ricorso contro la seconda parte del provvedimento.

«La Fiat è stata condannata per comportamento antisindacale e questo è un fatto significativo». Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. «Da tempo - aggiunge - avevamo denunciato che l'esclusione della Fiom dagli stabilimento Fiat era illegittima. Dobbiamo leggere il dispositivo della sentenza, dopodiché valuteremo se avviare delle cause individuali dei singoli lavoratori». «Non credo che faremo ricorso», ha spiegato l'avvocato Nanni Alleva della Fiom Cgil. «Più che un ricorso - ha spiegato il legale - faremo in modo di fare accertare la violazione dell'articolo 2112 del codice civile che dice che non si può frazionare il rapporto di lavoro».
«Più che ricorsi collettivi - ha ancora detto l'avvocato - potranno esservi ricorsi individuali allo scopo di accertare che il rapporto di lavoro non è frazionabile» «La causa l'abbiamo vinta noi - ha aggiunto - perchè la Fiom rientra in Fabbrica Italiana Pomigliano a vele spiegate mentre altre organizzazioni sindacali si erano impegnate a non scioperare. Noi invece abbiamo dimostrato che lo possiamo fare».

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