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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2011 alle ore 14:51.

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Le chiamate ai radiomobili Tim che costano 0,0050 centesimi (Iva esclusa), le Peugeot garantite con uno sconto fino al 20% «nei concessionari di tutta Italia» (ma offerte analoghe esistono anche con le altre case automobilistiche), i trattamenti sanitari a prezzi di saldo, mentre ripartono i ticket per i cittadini. Il tutto, carte alla mano, con tanto di offerte ufficiali fotografate e postate sul web.

È la nuova ondata "anti-casta" partita da Facebook, dove un ex precario di Palazzo Chigi («licenziato dopo 15 anni di precariato nel Palazzo», a quanto racconta) ha aperto una pagina per denunciare a rate i privilegi della politica nazionale. In poco più di 24 ore, con il sistema virale tipico del social network, circa 50mila persone hanno iniziato a seguire e diffondere la pagina, e i numeri si moltiplicano di minuto in minuto. Oltre a Facebook, per tutelarsi dai rischi censura, l'ignoto (per ora) denunciante ha aperto un account su Twitter (con il nome di Spider Truman) e un blog (isegretidellacasta.blogspot.com). Del resto, per ora non ha da preoccuparsi: il facile successo immediato e la rapidità del web difficilmente possono essere contrastati in modo efficace da parlamentari decisi a resistere.

I primi documenti postati dall'ex precario mescolano piani tariffari e prezziari da sogno, dalle auto ai cellulari, alle "allegrie" organizzative, come le montagne di carta intestata che inondano uffici e case private di parlamentari e collaboratori e permettono a chiunque orbiti più o meno nel giro di mandare missive sotto l'autorevole logo del Parlamento. In realtà, nell'ultima settimana, ci hanno pensato gli stessi parlamentari (per la precisione, i senatori) ad auto-procurarsi una buona dose di indignazione popolare correggendo la norma sulle indennità, che originariamente avrebbe potuto sforbiciare del 54% i valori delle loro buste-paga base: la tagliola sarebbe scattata solo dalla prossima legislatura, non prima dell'intervento di una commissione di esperti chiamata a verificare l'effettiva «media europea» delle indennità, per cui c'era tutto il tempo di intervenire sulla regola in tempi meno tumultuosi. L'indennità, però, è una cosa seria, e nella notte delle trattative a Palazzo Madama (tra mercoledì e giovedì) sui ritocchi alla manovra si è trovato anche il modo di ammorbidire la previsione originaria, e inserire nella «media europea» a cui andranno parametrate le indennità di Camera e Senato solo i 6 Paesi più grandi dell'area Euro, escludendo le piccole Nazioni come Malta, Estonia o Cipro che avrebbero abbassato le cifre di riferimento. Valore dell'emendamento, a un primo calcolo: 12mila euro all'anno. Non male, all'interno di una manovra che reintroduce il ticket, promette tagli lineari ai benefici fiscali per tutti i contribuenti e toglie 1,4 miliardi dal fondo destinato a rimborsare chi ha pagato più tasse del dovuto.

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