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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2011 alle ore 20:49.

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Sono bastate poche ore per farlo diventare l'alter ego italiano di Julian Assange, il padre del sito di informazioni top secret Wikileaks. In realtà l'ex (non per sua scelta) precario di Montecitorio che ha deciso di vuotare il sacco sui segreti della casta, dopo 15 anni di lavoro nelle stanze della Camera. Per farlo ha scelto Facebook e un nickname «SpiderTruman», che unisce un eroe maschera dei fumetti anni Trenta (Spider) appunto e il nome di colui che l'ha riportato in vita negli anni Novanta (Timothy Truman)
La sua pagina sul social network e il suo blog cavalca l'ondata di malcontento contro gli aumenti della manovra a carico dei cittadini che non hanno lambito i parlamentari, se non con un taglio promesso ma solo dalla prossima legislatura.
SpiderTruman non risparmia niente e nessuno. Le sue rivelazioni, spesso ben documentate, spaziano dalle auto blu all'utilizzo di scorte armate per fare la spesa, dalle frequenti denunce di furti di oggetti di lusso da parte di deputati (che beneficiano di un'assicurazione a rimborso integrale) agli sconti su auto e bollette telefoniche, dai voli aerei gratuiti ai sospetti sull'assuzione dei barbieri della Camera.
Cose già note, come sottolinea il ministro Gianfranco Rotondi, ma che non mancano di suscitare l'indignazione popolare, come i tanti fan dell'ex precario testimoniano. Tra di loro non c'è nessun nome noto, nessun viso conosciuto, nè tantomeno uomini politici di qualsiasi parte. Se ci sono, scompaiono nella massa.
Come Assange anche SpiderTruman si sente a rischio. A rischio cancellazione, in primo luogo, tanto da creare subito luoghi di incontrò alternativi: oltre al blog fotocopia ci sono anche pagine ancora «mute», una ancora su Facebook e l'altra su Twitter.

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