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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2011 alle ore 12:10.

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Berlusconi al Quirinale per manovra e rimpasto. Il premier salta il processo MillsBerlusconi al Quirinale per manovra e rimpasto. Il premier salta il processo Mills

Un'ora di colloquio al Quirinale per discutere di manovra e rimpasto. Tanto è durato l'incontro tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta, e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Al centro del colloquio, la situazione economica dopo il varo del decreto di correzione dei conti, ma anche la rosa di nomi per la successione ad Angelino Alfano che dovrebbe dimettersi nei prossimi giorni per assumere a tempo pieno la guida del Pdl. L'impegno al Colle con Napolitano non ha consentito al premier di partecipare all'udienza del processo Mills in programma stamane a Milano. «Non può essere presente per un impegno istituzionale noto alle cronache, ossia è in questo momento con il presidente della Repubblica - ha detto aula uno dei legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini -. Ma la difesa non intende avvalersi del legittimo impedimento».

Alfano verso le dimissioni da ministro già domani
Sul tavolo del vertice al Colle c'è anche dunque il dopo Alfano. Secondo fonti della maggioranza, il guardasigilli potrebbe dimettersi già domani. E, forse non a caso, mercoledì il neosegretario convocherà insieme al premier i coordinatori regionali del Pdl a palazzo Grazioli. Possibile dunque che riunisca lo stato maggiore pidiellino da ex Guardasigilli pronto a rilanciare l'azione della creatura politica voluta dal Cavaliere. Lasciando però vacante una casella difficile da riempire e attivando un meccanismo potenzialmente destabilizzante per la maggioranza. L'addio al ministero, quindi, si concretizzerà solo a patto che venga raggiunta un'intesa sul nome del successore di Alfano.

Per la successione in pole position Bernini e Brunetta
Da giorni comunque si rincorrono le indiscrezioni per un toto ministri che vede in pole position per la successione ad Alfano l'avvocato Anna Maria Bernini e il ministro Renato Brunetta, più defilato l'altro competitor, l'ex ministro degli Affari Regionali, Enrico La Loggia. Il Cavaliere starebbe infatti valutando l'ipotesi di spostare Brunetta alla Giustizia lasciando libera la casella del ministero della Pubblica amministrazione che verrebbe occupata dalla Bernini.

Mercoledì il voto su Papa e il Pdl prova a sminare il terreno
Nel frattempo nel Popolo della libertà si lavora - tra Camera e via dell'Umiltà - al delicato compito di sminare il voto sul caso Papa, evitando che l'Aula spedisca in carcere il deputato Pdl. Tre i compiti della task force: parlare con i garantisti centristi e democratici - si punta soprattutto su dalemiani ed ex Dc - per raccogliere consenso; convincere i pidiellini incerti a difendere Papa e opporsi alla carcerazione preventiva; chiedere infine ai leghisti di votare nel segreto dell'urna contro l'arresto, addossando la colpa a Pd e Udc.

Bossi: sì all'arresto. Stasera vertice ad Arcore con il Cavaliere
L'idea di un soccorso padano resta la speranza di ampi settori del Pdl, anche se le ultime piroette di Bossi sull'arresto del deputato pidiellino rendono difficile qualsiasi previsione. Ieri sera, infatti, rimescolando ancora le carte il numero uno del Carroccio ha detto che «la Lega voterà per l'arresto di Papa». Un nuovo cambio di rotta nelle ultime 72 ore che ha convinto il Cavaliere a confermare il vertice di stasera ad Arcore: prima del voto di mercoledì Berlusconi vuole essere sicuro che i leghisti non tradiranno nel segreto dell'urna.

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