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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 08:05.

Occorrono nuovi interventi, già a partire dalla prossima sessione di bilancio, per potenziare se necessario la manovra ma soprattutto per mettere in campo azioni concrete e decise sul fronte della crescita. Rigore e sviluppo devono marciare di pari passo, ribadisce il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. È la risposta alla perdurante crisi di sfiducia dei mercati: un'azione da condurre «giorno dopo giorno» fino al confronto che vi sarà in Parlamento sulla legge di stabilità. La linea che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi terrà in occasione del vertice europeo di giovedì a Bruxelles dovrà essere conseguente a questi impegni. Quanto al prospettato minirimpasto, per ora può attendere.
Ieri mattina Berlusconi è salito al Colle per un incontro con Napolitano, chiesto domenica sera dallo stesso premier attraverso il sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, anche in vista del vertice di ieri sera ad Arcore con Umberto Bossi. Un'ora di faccia a faccia in cui il presidente della Repubblica ha chiesto rassicurazioni sulla tenuta del governo, condizione fondamentale perché la risposta da inviare ai mercati sia credibile. Incontro definito "interlocutorio", formula diplomatica che sintetizza un sostanziale nulla di fatto.
Napolitano è stato il regista dell'approvazione lampo della manovra da parte del Parlamento. Un metodo che ha particolarmente apprezzato, una prova di coesione da replicare, nella distinzione dei ruoli naturalmente tra maggioranza e opposizione. E tuttavia la risposta dei mercati è stata tutt'altro che incoraggiante, anche se i collaboratori di Napolitano invitano ad attendere almeno qualche settimana prima di esprimere valutazioni che abbiano un sufficiente grado di attendibiltià.
Berlusconi ha convenuto, ed ha espresso un particolare apprezzamento per il ruolo svolto da Napolitano. Ma oltre non si è andati, anche perché di fatto Berlusconi è salito al Colle con una rosa di possibili candidati alla successione del neo segretario del Pdl Angelino Alfano alla Giustizia: da Renato Brunetta a Maurizio Lupi, da Nitto Palma a Enrico La Loggia e Donato Bruno, da Franco Frattini a Maria Stella Gelmini, da Carlo Nordio ad Anna Maria Bernini. Nessuna decisione nemmeno sulla scelta del nuovo ministro delle Politiche comunitarie, poltrona rivendicata dalla Lega. Ma al di là dei nomi, la questione è di opportunità politica: procedere a tentoni in un rimpasto nel pieno di una nuova tempesta sui mercati sarebbe suicida. La questione per ora è congelata. Napolitano e Berlusconi hanno parimenti convenuto sulla necessità di attendere ancora per la nomina del successore di Mario Draghi alla Banca d'Italia: non è il momento, in poche parole.
La priorità in questo momento per il presidente della Repubblica resta la situazione economica e la tenuta dei conti pubblici. Lo ha scritto con grande chiarezza nella lettera inviata domenica al «Sole24ore». Il metodo è quello del confronto «su concrete proposte e opzioni che diano sostanza al discorso talvolta generico sulla necessità di combinare rigore nella finanza pubblica e rilancio dello sviluppo». Da questo punto di vista però Berlusconi non ha assunto impegni precisi. La crisi è europea, più che del nostro paese, ha ribadito e in ogni caso vi sono prima delle «variabili politiche» da chiarire.
Da questo punto di vista il confronto è stato chiaro, netto con posizioni che però al momento appaiono distanti: da un lato Napolitano chiama Berlusconi e il governo a una chiara assunzione di responsabilità sulle scelte da compiere per il futuro del paese, anche al di là della contingenza economica (operazione da condurre coinvolgendo le opposizioni), dall'altro Berlusconi oppone questioni di equilibri politici interni alla coalizione, soprattutto per quel che riguarda il rapporto con la Lega. In un momento come questo la coesione nazionale è indispensabile, ha ribadito il presidente della Repubblica, che evidentemente auspica una condivisione di intenti e di metodo anche in occasione della prossima sessione di bilancio. Nel merito della scelta del sostituto di Alfano, l'invito di Napolitano è per una scelta «di alto profilo». Infine, la questione morale, sulla quale Napolitano è particolarmente sensibile: occorre voltare pagina in fretta, perché in questo modo si getta ulteriore discredito sulla credibilità della classe politica.
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