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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2011 alle ore 14:53.

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Il manifesto con i "Nove impegni per la crescita", pubblicato sabato scorso da Il Sole 24 Ore, ha ottenuto numerosi riscontri. In primis quello di un lettore eccellente, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha risposto con una breve lettera. Il Capo dello Stato, rivolgendosi al direttore, ha espresso il suo "apprezzamento per il metodo che il suo giornale suggerisce, e per il contributo che offre, rispetto ai più scottanti temi economici del momento".

Ma sul manifesto in nove punti si sono espressi anche molti altri lettori, postando i loro commenti sulle proposte per stimolare la crescita. Apprezzamenti e critiche, con qualche sorpresa. Ad esempio sulle pensioni. Anche il decalogo redatto qualche giorno prima, sempre per il Sole 24 Ore, dagli economisti Roberto Perotti e Luigi Zingales prendeva in considerazione interventi – tagli e innalzamento dell'età – sul sistema previdenziale, ma in quel caso i lettori-commentatori non si erano rivelati particolarmente ostili su questo punto.

Nel caso del manifesto di sabato scorso, invece, il secondo dei "nove impegni per la crescita" ("L'innalzamento dell'età pensionabile obbligatorio per tutti a 70 anni, accorciando il percorso che, con l'ultima manovra, farebbe raggiungere tale soglia nel 2050, per arrivarvi entro il 2020") è quello che raccoglie più pareri critici o ipercritici da parte dei lettori che hanno detto la loro opinione postando un commento.
Qualcuno, per la verità, approva, come "Alberto" che scrive: «Sarà dura andarci a 70 anni, ma salvo i c.d. ‘lavori usuranti' non c'è niente da fare è inevitabile». Su una linea analoga interviene "e.t.", che si lamenta ("Le risposte dei lettori sono allarmanti perché parlano solo delle pensioni") e rilancia: «Il Sole 24 Ore dovrebbe pubblicare l'articolo scritto trent'anni fa – se ben ricordo – da Peter Drucker dove dimostrava che l'età della pensione dovrebbe essere portata a 79 per tener conto della speranza di vita».

Qualcuno, invece, invoca dei distinguo tra i vari tipi di lavoro. Qualcuno si preoccupa, in caso di innalzamento dell'età pensionabile, sia per le sorti dei giovani, che faticherebbero ancora di più a inserirsi nel mondo del lavoro occupato dai nonni, sia per il destino degli over 50 che dovessero perdere il lavoro e che non avrebbero molti sbocchi presso aziende spesso restie ad assumere chi sia rimasto a spasso nel mezzo del cammino di sua vita. Qualcuno scherza (ma non troppo), come "sinapsi81" che azzarda: «Se si vuole innalzare l'età pensionabile a 70 anni con milioni di giovani a spasso è necessario introdurre il titolo di Giovane con valore legale fino a 45 anni». Qualcuno è arcicontrario e basta, come "clay0": «Quella dell'età pensionabile a 70 anni è una follia».
Per il resto, fatto salvo qualche mugugno sul punto 7 del manifesto ("Aumento delle rette universitarie") e alcuni sospetti sull'utilità degli eurobond per aiutare i paesi in difficoltà (punto 3), i lettori sembrano apprezzare le proposte contenute nel manifesto. Anche se sul punto 9 ("Riduzione dei costi della politica") si appuntano accuse di eccessiva timidezza da parte della quasi totalità dei commentatori, in cui si avverte un'accesa devozione nei confronti di Dracone. Quasi tutti, al riguardo, invocano interventi radicali. E leggendo le decine di interventi dei lettori ci si imbatte in un'orgia di proposte per tagliare a zero unghie e capelli alla cosiddetta casta.

Come contraltare a questi sfoghi si avverte un diffusissimo scetticismo sul fatto che il potere legislativo abbia la volontà di realizzare anche soltanto uno dei nove impegni contenuti nel manifesto. Al punto che qualcuno sogna sistemi decisionali assenti in Italia ma esistenti oltreconfine. È il caso di "luca" che scrive: "All'Italia manca uno strumento fondamentale in questo frangente storico: il referendum PROPOSITIVO. Se, come la Svizzera, avessimo questo incredibile strumento di democrazia, alcuni passaggi come il taglio dei costi della politica, o l'abolizione delle Province, sarebbero quasi scontati…". Moltissimi poi ritengono prioritaria, rispetto a qualunque altra proposta, una lotta senza quartiere all'evasione e pongono l'accento sul tema della giustizia. È necessario – si legge in questi commenti – un'azione più decisa contro chi non paga le tasse, contro la corruzione e contro la criminalità organizzata, altrimenti crescita e benefici derivanti da eventuali liberalizzazioni rimarranno un miraggio. Di questo avviso è "Shaikailash", secondo cui nel manifesto "manca un fattore indispensabile: Giustizia e Sicurezza. Nessun investitore estero spende in Italia se vede rischiare il suo investimento con una giustizia lenta e bizantina e una sicurezza in certe zone inesistente (e ora la malavita organizzata è presente anche al Nord)".

Oltre a chi elogia il manifesto e chi ne critica alcune parti, c'è anche chi ci aggiunge del suo. Un paio di lettori-commentatori propongono di tassare la prostituzione, adombrando un discreto gettito da questo settore. Altri, scollinando dal tema degli incentivi alla crescita a quello dei tagli alla spesa, chiedono un robusto taglio alle spese militari, magari attraverso accorpamenti. Sintetico e chiarissimo a questo proposito è l'auspicio di "sinapsi81": "Costituire un esercito europeo. Non è possibile che l'Europa sprofondi fra i debiti e ci siano 27 eserciti nazionali e la Nato".

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