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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 08:07.

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Il San Raffaele è un tassello dell'ampia partita che la Santa Sede sta giocando sullo scacchiere italiano. Una partita diretta dal Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. È stato lui a lanciare l'idea che sotto il capello della Curia romana possa nascere un grande polo sanitario di livello nazionale senza eguali. E così, pochi mesi fa, in Curia si è iniziato ad analizzare l'ipotesi di intervenire in un possibile salvataggio del San Raffaele, il maxi polo fondato da don Verzè.

Approfondimenti che si sono intensificati dallo scorso aprile quando sono emerse con grande evidenza le difficoltà di rientro, anche parziale, del debito monstre. Il suidicio di Mario Cal – membro dei Sigilli, il gruppo di persone che alla causa del San Raffaele hanno consacrato la vita – getta un'ombra scura su tutta la vicenda. Ma il progetto per ora va avanti. Che in sostanza è quello di dare una unicità di proprietà e di guida ad un gruppo sanitario comprendente l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e il San Raffaele. A cui, nel desiderio vaticano, si dovrebbero unire anche la Casa del Sollievo della Sofferenza, la struttura creata da padre Pio a San Giovanni Rotondo già da qualche tempo governata da persone vicine al cardinale, e il Policlinico Gemelli. Designato da Bertone a guidare il progetto sul campo è Giuseppe Profiti, nominato alla presidenza del Bambino Gesù nel 2008, anno in cui finì agli arresti per concorso in turbativa d'asta nella sanità lugure, per la quale è stato condanato a sei mesi (c'è pendente il ricorso in Cassazione).

Da venerdì scorso Profiti ha assunto pieni poteri al San Raffaele nel cui cda sono entrati altri tre esponenti di emanazione vaticana, tutti vicini al segretario di Stato: l'ex ministro Giovanni Maria Flick, l'imprenditore genovese Vittorio Malacalza e il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi. E proprio dalla banca vaticana dovrebbero arrivare i mezzi freschi per il salvataggio del polo ospedaliero milanese: per ora si studiano conti e bilanci ed entro tre mesi ci dovrebbe essere la ricapitalizzazione, stimata in 200 milioni. Di certo lo Ior – che non effettua prestiti ma gestisce e quindi investe il denaro del vaticano, delle congregazioni religiose e dei singoli depositanti – ha i mezzi sufficienti, ma ogni intervento deve rispondere a criteri che ne garantiscano la sicurezza. Insomma, non può fare venture capital, specie con i depositi degli ordini religiosi. In parallelo Bertone ha avviato anche l'operazione-Toniolo, l'istituto milanese checontrolla l'Università Cattolica, e quindi il Gemelli. Il segretario di Stato ha sollecitato un cambio alla guida dell'istituto segnalando il nome di Flick, che avrebbe dovuto assumere la presidenza al posto del cardinale Dionigi Tettamanzi. Il Papa in maggio ha bloccato tutto in attesa dell'arrivo del successore, poi nominato nella persona del cardinale Angelo Scola. Quella sul Toniolo-Gemelli appare quindi una partita più difficile per la Santa Sede, ma qualche novità protrebbe riservarla il lavoro affidato al cardinale Attilio Nicora, che dovrà revisionare gli statuti.

Tra l'altro anche Nicora è in qualche modo un tassello di questa complessa partita. Infatti il porporato due settimane fa ha lasciato la potente poltrona di presidente dell'Apsa, il dicastero vaticano nel quale è racchiusa buona parte del patrimonio apostolico, per dedicarsi a tempo pieno alla presidenza dell'Autorità di informazione finanziaria. Nicora – che risulta non essere d'accordo sull'operazione San Raffaele – era l'ultimo porporato rimasto al suo posto dopo l'elezione di Benedetto XVI, e l'avvicendamento segna comunque un cambio degli assetti di potere nelle sacre stanze. Al suo posto è andato il suo vice, Domenico Calcagno, considerato molto vicino a Bertone.
Ma l'attivismo bertoniano è anche fuori delle mura, nel mare aperto della politica: è Mario Toso, segretario Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e salesiano come Bertone, il delegato a tirare le fila dell'iniziativa per una nuova formazione di ispirazione cattolica, fatta di convegni publici e cene più o meno segrete.

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