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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2011 alle ore 09:39.

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Fattoria ad Asakawa, nella prefettura di Fukushima (Reuters)Fattoria ad Asakawa, nella prefettura di Fukushima (Reuters)

Il governo giapponese ha annunciato oggi il divieto alla vendita di carne bovina proveniente dalla prefettura di Fukushima, quattro mesi dopo l'incidente alla locale centrale nucleare a seguito del terremoto e dello tsunami dell'11 marzo scorso. Dal governo centrale è arrivato l'ordine di «bloccare il trasferimento di tutti i bovini» verso gli impianti di macellazione e confezionamento, ha dichiarato il governatore di Fukushima, Yuhei Sato.

Le autorità ritengono infatti che già almeno 650 animali siano stati contaminati tramite il foraggio, contenente alti livelli di cesio radioattivo, prima di essere mandati al macello e immessi nella catena produttiva in tutto il Paese. Parte di quella carne potrebbe già essere stata consumata, come ha ammesso la grande catena di supermercati Aeon, che ieri ha parlato di centinaia di chilogrammi già venduti nei suoi 14 punti vendita a Tokyo e nelle aree circostanti. Per il ministero dell'Agricoltura, tuttavia, un consumo limitato non pone rischi per la salute.

Gli allevatori avranno un indennizzo per i danni economici e non solo, includendo anche le perdite derivanti dal crollo dei prezzi delle carni bovine. Il governo, puntando all'ampliamento delle ispezioni, ha voluto prendere misure prudenziali, mentre il premier Naoto Kan si è scusato spiegando di sentire «la responsabilità di non essere riuscito ad evitare gli sviluppi» della vicenda.

Il ministro dell'Agricoltura, Michihiko Kano, ha assicurato sforzi sulla qualità del foraggio (come la paglia di riso) per il bestiame: «Lavorando d'intesa con il ministero della Salute, faremo in modo che la carne al cesio non finirà sui mercati».

Nel frattempo, le indagini sulla qualità si concentreranno oltre le aree più direttamente interessate dalla centrale di Fukushima, estendendosi ad altre 10 prefetture, tra cui Tokyo, Chiba e Kanagawa, oltre che Niigata e Yamagata. In queste due ultime, non c'è stato il bando grazie ai test negativi.

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