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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 16:53.
«Non credo che ci siano in alcun modo i presupposti per considerare» il voto su Alfonso Papa «un voto non valido», ha chiarito il presidente della Camera, Gianfranco Fini., rispondendo alle domande dei giornalisti alla cerimonia del Ventaglio, tradizionale appuntamento di saluto a Montecitorio con la stampa parlamentare. «Lo stesso Cicchitto – ha detto Fini - é perfettamente consapevole del fatto che il voto ha una sua oggettiva regolarità. Si tratta piuttosto di affrontare la questione complicata della segretezza del voto che é una questione non nuova, non si pone per la prima volta».
L'elettore vuole scegliere chi lo rappresenta
«Il mio auspicio é che quando si andrà di nuovo alle urne ci sarà una nuova legge elettorale per colmare il divario che si è creato tra eletto ed elettore». Lo ha detto il presidente della Camera. Nessuno può sostenere che l'attuale legge garantisca all'elettore la possibilità di scegliere il suo rappresentante. Auspico che di qui alla fine della legislatura si cambi la legge elettorale». Fini ha anche precisato che «ci sono tanti modi per cambiare la legge elettorale ma sarebbe una dimostrazione di insensibilità non comprendere che oggi la pubblica opinione si sente privata del diritto di scegliere anche la persona fisica in cui riporre fiducia».
Tagli per 151 milioni al bilancio della Camera
Alla cerimonia del Ventaglio Fini ha illustrato il piano per tagliare i costi della Camera, che prevede tagli nel triennio per 151 milioni di euro al bilancio interno di Montecitorio. «Di qui alla fine della legislatura - ha detto Fini - il risparmio complessivo sará di 151 milioni». Piano approvato dall'Ufficio di presidenza della Camera con il voto favorevole di tutti i componenti, ad eccezione di Mimmo Lucà (Pd), che si è astenuto. «Non è la politica che costa, e men che meno la democrazia, ma gli apparati, il proliferare degli organi decisionali», ha detto Fini.
Sforbiciata anche ai vitalizi
Fini ha anche accennato ai tagli ai vitalizi dei parlamentari. «Per le future legislature - ha spiegato - modifichiamo il criterio in base al quale si computa il vitalizio. Il criterio scelto sarà una tra le varie tipologie possibili nel nostro sistema previdenziale, in base a quel che si versa».
Scettico su forme di responsabilità condivise
Fini rispondendo a una domanda sulla possibilità che ci sia una condivisione come è stato sui tempi di approvazione della manovra economica ha risposto così: «La celerità che ha caratterizzato l'approvazione della legge finanziaria è un caso eccezionale o è la rondine che fa primavera? Io auspico che non si tratti di un momento eccezionale, ma sono scettico. Non mi pare che allo stato ci siano le condizioni che portino ad affrontare la mole di problemi che ha l'Italia con forme di responsabilità condivisa».
Da Spider Truman cose che non esistono
Fini ha anche parlato di Spider Truman («sono state scritte su Facebook cose che non stanno né in cielo né in terra»). E ha contestato alla stampa italiana il modo con cui ha seguito la vicenda dell'anonimo sedicente ex precario della Camera che rivelato presunti sprechi di Montecitorio: tanta enfasi alle notizie da lui messe in Rete e silenzio sulle smentite dell'ufficio stampa della Camera dei Deputati. «È stato giusto dargli spazio sui media - ha commentato Fini - ma sarebbe stato altrettanto giusto dare evidenza alla smentita dell'ufficio stampa della Camera, altrimenti si finisce per alimentare il sentimento popolare».
Mai più sfruttamento dei collaboratori
Sull'assegno per i collaboratori dei deputati «l'ufficio dei questori ha ricevuto un mandato preciso», Vanno stabiliti "parametri precisi" per l'erogazione delle somme, ha detto Fini. «Non può più accadere in assenza di parametri precisi - ha aggiunto Fini - che accada quello che purtroppo é accaduto e che stato documentato riguardo collaboratori di deputati che non hanno nemmeno un contratto - una condizione non di precariato, di sfruttamento». Per Fini «garantire trasparenza e regole precise é indispensabile. Ma arrivare a dire, come si fa un po' troppo semplicisticamente, che tutti i deputati prendono il contributo per i collaboratori e lo usano per i loro affari privati non corrisponde al vero».
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