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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 11:50.
Basta conflitti tra i giudici e il palazzo e basta atteggiamenti improntati a un eccessivo protagonismo o una inopportuna spettacolarizzazione che possono minare la credibilità dell'ordine giudiziario. A chiederlo è il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha invitato oggi i magistrati «a evitare condotte che creino indebita confusione di ruoli e fomentino l'ormai intollerabile, sterile scontro tra politica e magistratura». Il presidente della Repubblica parla ai magistrati tirocinanti al Colle: in prima fila ci sono il guardasigilli Angelino Alfano il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, con cui Napolitano si intrattiene dieci minuti prima di lasciare il salone dei corazzieri.
Il protagonismo dei giudici mina la loro credibilità
Ma l'attenzione del capo dello Stato è tutta per gli uditori giudiziari che affollano la sala. A loro Napolitano si rivolge per chiedere prudenza e rigore nell'esercizio della professione. «La spettacolarizzazione piuttosto che il concentrarsi nel silenzioso impegno quotidiano rischia di spingere la professione del giudice al centro di polemiche personali e di conflitti istituzionali». Solo nell'esercizio imparziale dei suoi compiti, avverte ancora Napolitano, «il magistrato può conquistare e meritare credibilità». Una credibilità che va raggiunta sul campo anche attraverso, ammonisce il presidente della Repubblica, «il rispetto dei limiti che, di per se stesso, tale ruolo impone. Il magistrato deve assicurare - in ogni momento, anche al di fuori delle sue funzioni - l'imparzialità e l'immagine di imparzialità su cui poggia la percezione che i cittadini hanno della sua indipendenza e quindi la loro fiducia».
Serve un uso equilibrato delle intercettazioni
Quindi Napolitano torna sullo spinoso capitolo delle intercettazioni per sottolineare che esse vanno disposte dai magistrati solo in casi di «assoluta indispensabilità». Nell'avvio e nella conduzione delle indagini, dice Napolitano rivolto ai giovani magistrati, «sappiate applicare scrupolosamente le norme e far uso sapiente ed equilibrato dei mezzi investigativi, bilanciando le esigenze del procedimento con la piena tutela dei diritti costituzionalmente garantiti». Questo è un discorso che vale, aggiunge Napolitano, «soprattutto per le intercettazioni cui non sempre si fa ricorso - come invece insegna la Corte di Cassazione - solo nei casi di assoluta indispensabilità per le specifiche indagini e delle quali - dice ancora il capo dello Stato - viene poi spesso divulgato il contenuto pur quando esso è privo di rilievo processuale». Un contenuto però che «può essere lesivo della privatezza dell'indagato o, ancor di più, di soggetti estranei al giudizio».
Si evitino elementi non rilevanti nei provvedimenti giudiziari
Il presidente della Repubblica ribadisce "con forza" un invito formulato già negli scorsi anni «a evitare l'inserimento nei provvedimenti giudiziari di riferimenti non pertinenti o chiaramente eccedenti rispetto alle finalità dei provvedimenti stessi, così come l'invito ad usare il massimo scrupolo nella valutazione degli elementi necessari per decidere l'apertura di un procedimento e, a maggior ragione, la richiesta o l'applicazione di misure cautelari». Secondo Napolitano il rispetto di questi «elementari principi» e «la capacità di calare le proprie decisioni nella realtà del Paese» possono «impedire o almeno attenuare attriti e polemiche in grado di lasciare strascichi velenosi e di appesantire le contrapposizione tra politica e giustizia».
Non spetta a me suggerire riforme della giustizia
Quanto alla riforma della giustizia, uno dei punti centrali del programma di governo, il presidente della Repubblica non si sbilancia. «Non spetta al capo dello stato suggerire o valutare disegni di riforma della giustizia, che sono prerogativa del Parlamento nella sua dialettica tra maggioranza e opposizione e nella ricerca di qualificati apporti esterni a fini di ampia condivisione». «In ogni caso, aggiunge, «ciò cui dobbiamo mirare tutti assieme è un recupero di funzionalità, e insieme di razionale e limpido profilo, del sistema».
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