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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 08:42.

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MILANO
Corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti. Per i Pm monzesi Walter Mapelli e Franca Macchia gli indizi di colpevolezza a carico di Filippo Penati, Pd, vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia, e altri 15 indagati, tra cui il braccio destro di Penati, Giordano Vimercati, e l'assessore all'edilizia privata di Sesto San Giovanni Pasqualino Di Leva, ci sono e sono gravi.
Per questo i pm hanno dato delega al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano di perquisire le abitazioni, gli uffici del Comune di Sesto San Giovanni, e persino le autovetture degli indagati.
Indagati per fatti che sarebbero avvenuti nel 2001-2002, ma i magistrati stanno verificando fatti che vanno sino al dicembre del 2010.
Le novità sgorgano da un altro approfondimento investigativo: quello affidato ai pm Gaetano Ruta e Laura Pedio, nei confronti dell'imprenditore delle bonifiche industriali Giuseppe Grossi, azionista di riferimento della società Greenholding e della quotata Sadi Servizi industriali. Un'inchiesta divisa in due parti: la prima legata a ipotesi di reato di natura economica, la seconda incentrata sulle mancate bonifiche dell'area di Santa Giulia del gruppo Risanamento di Luigi Zunino.
Ed è appunto sull'altra grande area che sino allo scorso ottobre (con la cessione alla cordata guidata dall'immobiliarista Davide Bizzi), era di Risanamento: quella della ex Falck di Sesto San Giovanni che si sono incentrate le attenzioni investigative. A dare un significativo contribuito alle indagini, comunque, sembra siano state le dichiarazioni rese ai magistrati da Giuseppe Pasini (solo un'omonimia con il presidente della bresciana Feralpi e della Federacciai).
Pasini aveva acquisito l'area nel 2000 e proprio con l'amministrazione locale aveva iniziato un braccio di ferro perso nel 2005. Le attenzioni di Mapelli e Macchia si sarebbero dunque concentrate su vecchi passaggi di denaro e «dazioni ambientali»per un ammontare di quattro miliardi (di lire) che sarebbero state distribuite per rendere più scorrevole il percorso di rilascio di concessioni edilizie o, ancora, per impostare secondo criteri graditi agli interessati il piano di governo del territorio (Pgt).
Sembra però che vi siano altre aree e società lambite dall'inchiesta: quella del gruppo industriale Ercole Marelli e pure quella della gestione del Servizio integrato dei trasporti dell'alto milanese. Fonti investigative fanno anche risalire i gravi indizi indicati nel decreto di perquisizione ai risultati di altri accessi effettuati dagli inquirenti: in particolare quelli eseguiti negli uffici della Caronte Srl, società di trasporti di Sesto.
Ma le convinzioni dei magistrati si sono ulteriormente rafforzate dopo l'accoglimento da parte delle autorità elvetiche di una serie di rogatorie giunte in Italia nelle scorse settimane. Penati, nel corso del decennio passato agli scanner dai pm, ha ricoperto più di un ruolo: dal 1993 al 2001 è stato prima assessore e poi sindaco di Sesto San Giovanni. È approdato poi alla provincia di Milano.
Nel 2004 è stato eletto alla presidenza della Provincia e ci è rimasto sino al 2009 quando è stato battuto dal candidato del centrodestra Guido Podestà. Nel 2010 ha sfidato senza successo Roberto Formigoni alle elezioni regionali, che ieri ha dichiarato «spero che Penati sappia dimostrare la sua innocenza».
Mentre Pierluigi Bersani, segretario del Pd ha affermato: «La magistratura faccia il suo mestiere per accertare questa vicenda. Credo che alla fine sarà in condizione di verificare che sono cose senza fondamento».
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