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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2011 alle ore 08:11.

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NAPOLI
Otto ore di interrogatorio per chiarire e smontare le accuse contestategli dalla Procura (corruzione, concussione, estorsione, rivelazione di segreto e favoreggiamento) e ribadire la sua totale estraneità a "sistemi" illegali e a forme, più o meno occulte, di procacciamento e vendita di informazioni giudiziarie top-secret a imprenditori in cambio di consulenze, contanti o regali. Anzi dichiarandosi a sua volta vittima di un complotto ordito da Luigi Bisignani, altro indagato eccellente dell'inchiesta "P4" dal quale ha preso le distanze.
Alfonso Papa non si è sottratto al lungo e complesso faccia a faccia con il gip Luigi Giordano e ha deciso di rispondere alle domande dei pm anche quando queste – hanno riferito i suoi legali, Giuseppe D'Alise e Carlo Di Casola a margine dell'interrogatorio – esulavano dal contesto giudiziario cristallizzato nel provvedimento di arresto addentrandosi in scenari investigativi di tutt'altra portata, come – ad esempio – quelli emersi da intercettazioni telefoniche ritenute dal giudice non utilizzabili.
«Il parlamentare ha fornito tutti i chiarimenti del caso, con ricchezza di particolari e di argomentazioni. La sua posizione è contrapposta a quella ricostruita dalla Procura. È rimasto sempre lucido e ha offerto la propria versione dei fatti su tutti gli episodi contestati», hanno aggiunto gli avvocati al termine dell'incontro, confermando di aver depositato davanti al giudice delle indagini preliminari una istanza di revoca del provvedimento di arresto o, in subordine, l'applicazione della più lieve misura dei domiciliari. A fondamento della richiesta c'è la mancanza di esigenze cautelari, in quanto lo stesso Papa – a ridosso della decisione della Camera sul suo arresto – si è autosospeso dalle commissioni parlamentari di cui era componente ed è stato "congelato" dal Csm dalle funzioni di magistrato. La decisione del gip è attesa entro la prossima settimana, quando – probabilmente – il deputato potrebbe decidere di lasciare il carcere di Poggioreale per quello di Secondigliano, dopo il parere positivo espresso al riguardo dal giudice.
L'inchiesta sulla "P4" è comunque in piena evoluzione non solo dal punto di vista investigativo – nuovi interrogatori si sono svolti, nei giorni scorsi, e perquisizioni sono state effettuate alla ricerca di documentazione a sostegno dell'ipotesi accusatoria – ma anche in considerazione dell'appello al Riesame presentato dai pm titolari del fascicolo (Francesco Greco, Franco Curcio ed Henry John Woodcock) per il riconoscimento del più grave reato di associazione per delinquere – non condiviso dal gip in fase di emissione della custodia cautelare –. Accusa che, se avvalorata dai giudici del Riesame – porterebbe ad un aggravamento delle posizioni giudiziarie dei principali indagati del procedimento (oltre a Bisignani e Papa, il sottufficiale del Ros Enrico La Monica, latitante, e l'agente di polizia Giuseppe Nuzzo, indagato invece a piede libero).
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