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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2011 alle ore 17:47.

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Trona la protesta a Piazza TahirTrona la protesta a Piazza Tahir

IL CAIRO - Non si placano le tensioni e le violenze di strada al Cairo, dove l'ultimo bollettino degli scontri avvenuti ieri sera nel quartiere di Abbasseya fra oppositori e sostenitori delle forze armate è di circa trecento feriti.

Il ministero della Sanità ha smentito voci secondo le quali nei violenti tafferugli ci sarebbe stato un morto, mentre il candidato alla presidenziali Mohamed el Baradei ha chiesto la fine delle violenze contro pacifici manifestanti.

La coalizione dei giovani della rivoluzione, insieme ad altri venti movimenti, ha condannato le violenze chiedendo la creazione di una commissione d'inchiesta per una indagine imparziale degli incidenti che hanno coinvolto un gruppo di manifestanti che stava cercando di raggiungere il ministero della Difesa da piazza Tahrir.

La scelta del primo ministro Essam Sharaf di varare un nuovo governo e quella del Consiglio supremo militare, che di fatto regge il paese dalla fine del regime Mubarak, di annunciare la nuova legge elettorale per le legislative in autunno non sono affatto servite a contenere la protesta.

Piazza Tahrir continua ad essere presidiata da centinaia di manifestanti, che si sono accampati dall«8 luglio scorso in quella che ormai viene chiamata Tahrir city. Ventotto formazioni politiche fra le quali il partito centrista e liberale di el Wadf hanno oggi bocciato la nuova legge, che tra l'altro prevede che i parlamentari siano eletti sulla base di liste di partito e liste bloccate. Un sistema, secondo il presidente del Wafd El Sayyed el Badawi, che apre la strada al rientro in politica e in Parlamento degli esponenti del regime Mubarak, in particolare del disciolto partito dell'ex rais, il partito nazionale democratico.

In una mossa che sembra studiata per venire incontro alla richiesta, ribadita più volte dai sostenitori della rivoluzione, che i processi per le morti durante la repressione di gennaio e febbraio siano resi pubblici, la televisione di stato ha annunciato oggi che trasmetterà in diretta domani l'udienza del processo per le violenze in piazza dell'ex ministro dell'Interno Habib el Adly e dei suoi collaboratori.

Secondo fonti giudiziarie però l'udienza potrebbe servire solo per annunciare un nuovo rinvio dell'atteso processo nei confronti di chi è ritenuto, dai manifestanti, il principale responsabile dietro la morte di oltre ottocento persone durante la rivoluzione.

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