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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2011 alle ore 16:51.

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La stazione Tiburtina è uno snodo nevralgico del trasporto su ferro perché, come Termini, rappresenta l'ombelico d'Italia dal punto di vista ferroviario. Da lì passano in media di 500 ai 530 treni al giorno, contro gli 800 di Termini. Per questo transitare nei due passanti messi a punto da Fs subito dopo il rogo rappresenta un fortissimo rallentamento per la circolazione ferroviaria del Paese. Sulla linea Orte-Roma-Fiumicino passa un treno ogni mezz'ora (qui sono stati raddoppiati i vagoni per mantenere inalterata la capacità di trasporto), mentre sulla linea Roma-Tivoli-Pescara solo alcuni treni raggiungono Termini, mentre gli altri si fermano a Roma-Prenestina.

A Tiburtina fuori uso l'Acei
Fortunatamente il "cervellone" ferroviario è a Termini, mentre a Tiburtina quello che è andato in tilt è l'Acei, Apparato centrale elettrico itinerari, cioé la sofisticata apparecchiatura che governa i segnali, i deviatori, gli scambi della circolazione della stazione. Nella stazione Tiburtina ogni giorno salgono e scendono dai 15 ai 20mila passeggeri.

«Kiss and Ride», bacio e corsa al treno
Nei progetti di Ferrovie dello Stato italiane la stazione Roma Tiburtina sarà la prima nuova stazione dell'alta velocità italiana. Sull'onda di Londra e Berlino sarà uno snodo ferroviario innovativo con sistema di viabilità dedicato. Servirà tanto la Tav, quanto la rete Fs, la metro B e il trasporto urbano ed extraurbano di superficie. Ci sarà un accesso diretto del traffico veicolare ai binari: chi vorrà prendere il treno al volo non dovrà fermarsi nei parcheggi, ma potrà farsi accompagnare in macchina fino alla fermata del treno. Il traffico nelle intenzioni dovrebbe quadruplicare e battere l'affluenza a Termini.

Una galleria ponte di 330 metri
Il progetto di Abdr, che ha come capogruppo Paolo Desideri, prevede un investimento complessivo: 322 milioni di euro, di cui 160 milioni solo per il corpo della stazione. Sarà una sorta di boulevard urbano, uno snodo internazionale che collegherà due quartieri della Capitale, separati dal 1934: Nomentano e Pietralata. Sarà terminal ferroviario, con il nuovo atrio sul versante Est di Pietralata per i treni veloci nazionali e internazionali, ma anche il più importante nodo di interscambio. Al posto di un solo atrio d'ingresso, infatti, ce ne saranno due: uno sul lato Nomentana, uno sul lato Pietralata. Ad unirli una galleria-ponte in vetro di 330 metri che sorvolerà i binari e che sarà dotata di scale mobili ad accesso diretto. Una galleria-ponte monumentale, che scavalca i binari, immersa fra piazze, percorsi, parcheggi. Completano l'intervento, che ha nella stazione il suo epicentro, complessi immobiliari, centri direzionali e hotel e la creazione di aree a verde, attrezzate con servizi culturali, sociali sportivi e ricreativi. Cinquantamila metri quadrati di superficie, otto volumi galleggianti per i servizi ai viaggiatori e ai cittadini, 57 scale mobili, 29 ascensori.


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