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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 20:44.

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«Chiedo scusa alle vittime della strage, al popolo norvegese. Lo farò anche nelle sedi istituzionali e al Parlamento europeo. Accolgo quindi l'appello del ministro Frattini». Così l'onorevole Mario Borghezio alla Zanzara, trasmissione di Radio 24 condotta da Giuseppe Cruciani. «In tutta questa vicenda nessuno, però - ha spiegato Borghezio - mi ha mai chiesto un commento diretto, se non poche testate tra cui Radio Teheran. Nessuno: fuoco amico anche dalla Padania". (Audio)

L'indagine della procura
Sempre in diretta alla Zanzara, Borghezio apprende dall'inviata Raffaella Calandra che la procura di Milano ha aperto un'inchiesta sulle sue parole. Il fascicolo, aperto d'intesa con il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, è stato assegnato al procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del Dipartimento Anti terrorismo, e al Pm Grazia Pradella. Il fascicolo è a modello "45", cioè senza ipotesi di reato e senza nessun indagato. Con un fax i magistrati hanno chiesto a Radio 24 di acquisire l'audio. Vogliono verificare se ci sono gli estremi per contestare l'ipotesi di istigazione alla violenza. Sul tema Borghezio ha detto alla Zanzara: «Dichiaro di non chiedere l'immunità parlamentare. Sono a disposizione della procura perché non ho paura di un confronto. Mi sono solo permesso di esprimere le mie opinioni e non ho nessuna responsabilità istituzionale».

La richiesta di dimissioni?
«Penso che la Lega mi conosca e abbia capito il grado di strumentalizzazione delle mie parole. Comunque le dimissioni nessuno me le ha chieste, nemmeno Bossi, che non ho sentito» , ha detto Borghezio. «La frase sugli attributi? Non parlavo di Calderoli, parlavo in linea generale, non era una cosa personalizzata» - ha detto ancora l'europarlamentare leghista. «Io ho la fortuna di non ricoprire incarichi istituzionali, ma di rappresentare la Lega di lotta. Unico rimprovero che ho ricevuto al telefono è quello di un sindaco leghista che mi ha scritto di abbassare i toni. Con Bossi non ho parlato, non ho sentito nessun dirigente: comunque avrebbero potuto ascoltare meglio le mie parole originali». Quindi conclude: «Chi ha chiesto le mie dimissioni è cretino: farebbero meglio a chiederle ai ladri, non a me».

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