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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2011 alle ore 12:28.

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Tra politica e magistratura è in atto un «conflitto fatale» che ha come risultato quello di produrre una giustizia «deviata» e «ritardata e negata». Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento al convegno sulle carceri organizzato da Marco Pannella e dai Radicali, che si svolge a Palazzo Giustiniani.

Stop ai conflitti politiche-toghe
Napolitano ha ricordato come sia «tenacemente intervenuto nei precedenti cinque anni su preoccupazioni ed esigenze relative sia al superamento di gravi inadeguatezze e insufficienze del sistema giustizia in Italia, sia al rispetto degli equilibri costituzionali nel rapporto tra politica e giustizia. L'ho fatto ancora pochi giorni fa - ha detto Napolitano - nell'incontro con i nuovi magistrati in tirocinio, dopo averlo fatto in numerose occasioni davanti al Consiglio Superiore della Magistratura o in altre sedi».

Con questo incontro, prosegue il capo dello Stato, «si vuole mettere a fuoco il punto critico insostenibile cui é giunta la questione» della giustizia nelle carceri, «sotto il profilo della giustizia ritardata e negata o deviata da conflitti fatali tra politica e magistratura e - aggiunge Napolitano - sotto il profilo dei principi costituzionali e dei diritti umani negati per le persone ristrette in carcere private della libertà per fini o precetti di sicurezza e di giustizia».

Troppe carceri sovraffollate
Parlare «di carceri sovraffollate è quasi un eufemismo», ha sottolineato Napolitano. «C'è un abisso che separa la realtà carceraria di oggi dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena e sui diritti e la dignità della persona», ha insistito il capo dello Stato. «È una realtà non giustificabile in nome della sicurezza che ne viene più insidiata che garantita e dal quale non si può distogliere lo sguardo per l'obbiettiva complessità del problema e della lunghezza dei tempi necessari, vista anche la carenza di risorse necessarie, per soluzioni strutturali idonee», ha ricordato. Del resto, ha aggiunto, le situazioni delle carceri italiane ci umiliano in Europa.

Estremo orrore gli ospedali psichiatrici
Il capo dello Stato ha detto infine che «i residui ospedali psichiatrici giudiziari» versano in uno stato di «estremo orrore». Una situazione «inconcepibile in qualsiasi Paese appena appena civile». Si tratta di «strutture pseudo-ospedaliere che solo recenti e coraggiose iniziative
bipartisan di una commissione parlamentare stanno finalmente
mettendo in mora».

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