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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2011 alle ore 16:49.

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Dopo il via libera della Camera Usa, il Senato ha subito bocciato il piano dello speaker repubblicano John Boehner. Con 59 no e 41 sì il piano, che prevede un innalzamento del debito immediato di 900 miliardi di dollari e 917 miliardi di dollari di riduzione del deficit in 10 anni, è stato respinto dai senatori Usa.

New york - Barack Obama ha lanciato un nuovo appello al Congresso per un compromesso che eviti il default, dopo il mancato voto della Camera giovedì notte sul piano repubblicano sul debito. Il presidente, parlando dalla Casa Bianca, ha invitato i repubblicani a rinunciare del tutto al loro progetto che, ha detto, non avrebbe comunque alcuna possibilità di passare al Senato e che lui non firmerebbe. Ha chiesto invece un accordo sostenuto da entrambi i partiti che alzi il tetto del debito e avvii uno sforzo comune su spesa e riforma fiscale.

Obama ha usato toni forti: ha detto che una simile intesa è possibile, «è nelle nostre mani», se ci sarà la volontà politica. E ha invitato gli americani a fare sentire la loro voce contattando i parlamentari. Ha avvertito che la crisi, se sulla sua scrivania non arriverà una misura da firmare entro martedì 2 agosto, rischia di portare il paese al default e alla perdita della tripla A nel rating sul credito non perchè gli Stati Uniti non possano rispettare i loro obblighi ma perchè è il sistema politica a «non essere da Tripla A». «Ci sono crisi che non possiamo evitare - ha continuanto - quali uragani, tornadi, terremoti. Non siamo davanti a una di queste». Il presidente si è detto pronto a negoziare su meccanismi futuri per tenere sotto controllo spesa e debito e ha detto che la Casa Bianca sarà in contatto con leader democratici e repubblicani per tutti i prossimi giorni alla ricerca di intese.

Obama ha anche ammonito che il momento non potrebbe essere peggiore per scuotere la fiducia dei mercati e dell'economia: la crescita è già fragile, ha indicato alludendo al dato odierno sul prodotto interno lordo del secondo trimestre, cresciuto soltanto dell'1,3% dopo un rialzo rivisto nettamente al ribasso allo 0,4% nei primi tre mesi dell'anno.

Altre voci si solo levate oggi a favore di una soluzione ormai urgente all'impasse: Fred Lockhart, esponente dei vertici della Federal Reserve, ha definito «essenziale» l'innalzamento del tetto del debito. E il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, ha denunciato che un default americano sarebbe «una calamità finanziaria» oltre a una vicenda «imbarazzante per tutti gli americani». Zoellick, riferendosi ai parlamentari statunitensi, ha detto che «giocano con il fuoco».

La soluzione, però, al momento appare ancora elusiva. Non è chiaro se i repubblicani, che si sono incotrati in mattina a porte chiuse, insisteranno con il loro piano preparato dello speaker della Camera John Boehner, magari modificandolo per attirare i voti conservatori venuti a mancare giovedì e portare nuovamente la proposta in aula. Obama e i democratici respingono il piano anzitutto perchè alza solo di 900 miliardi di dollari, una cifra sufficiente solo per sei mesi, il tetto del debito, per poi prevedere un altro voto parlamentare, durante la campagna elettorale del 2012. Ma non è chiaro neppure se emergerà un progetto in grado di coalizzare forze repubblicane e democratiche. Il leader democratico del Senato Harry Reid ha in programma oggi colloqui con il collega repubblicano Mitch McConnell alla ricerca di una via d'uscita.

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