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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2011 alle ore 16:11.

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Nuove accuse a Filippo Penati (Ansa)Nuove accuse a Filippo Penati (Ansa)

Due accusatori e un testimone. Emergono nuovi particolari dell'inchiesta su presunti finanziamenti contestati a Filippo Penati e ad altri politici di sinistra di Sesto San Giovanni per le aree Falck. L'ex sindaco, poi presidente della Provincia, torna a ribadire la sua «totale estraneità ai fatti contestati». E se dal Pd alcuni chiedono la sua sospesione dal partito (Giuseppe Fioroni e Sergio Cofferati) l'attuale primo cittadino di Sesto, Giorgio Oldrini, lo difende: fino a prova contraria, dice, è innocente.

Dall'opposizione il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, bacchetta i democratici: a Milano, sottolinea, «tutti riconoscono che la vita di Penati è stata sempre improntata a rigore, onestà e sobrietà». Se il Pd, prosegue il ministro, «non ha il coraggio che ebbe Bettino Craxi abbia almeno il buon gusto di tacere».

Sui giornali sono apparsi stralci del verbale di perquisizione e sequestro della casa di Filippo Penati nei quali si parla di undicimila euro in contanti trovati nell'appartamento, di una Bmw intestata a una società finanziaria tenuta in box e di una moto di grossa cilindrata. L'ex sindaco di Sesto San Giovanni precisa che l'auto, «vecchia di cinque anni, è del 2006. Non era in garage ma in strada ed è intestata a una società di leasing». Quanto alla moto si tratta di «una motoguzzi 750 nevada, di 10 anni fa, che ho recentemente acquistato usata». E sulle somme in contanti ritrovate - dice Penati - si tratta di denaro che «tengo a disposizione per i miei viaggi in Italia e all'estero».

Intanto emergono le dichiarazioni di Diego Cotti, imprenditore ed ex politico di Sesto San Giovanni, oltre che ex genero (ora separato) di Giuseppe Pasini. Secondo Cotti, che è già stato sentito dai magistrati di Monza, fu di 20 miliardi di lire la richiesta per agevolare l'acquisto e la riqualificazione delle ex Acciaierie Falck. Denaro, afferma Cotti, che secondo lui era destinato alla segreteria degli allora Democratici di sinistra. Cotti cita in particolare Giordano Vimercati, oggi sotto inchiesta, all'epoca influente capo della segreteria del sindaco di Sesto San Giovanni Filippo Penati.

L'architetto Marco Magni, indagato per i fatti in questione dalla Procura di Monza, parla di Piero di Caterina, uno degli accusatori di Penati. E dice: «aveva un sistema sempre aggressivo, carattere coercitivo. È uno che gira con la pistola. Io no». Poi smentisce di aver detto all'imprenditore Di Caterina che sotto la voce «oneri conglobati», inserita nei preventivi dei progetti urbanistici, ci fossero le tangenti. «Sarei stato pazzo a dirglielo», afferma. «La voce oneri conglobati vuol dire solo provare a immaginare quanto possa costare il finanziamento bancario dell'operazione su un certo arco temporale».

L'attuale sindaco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini, in una conferenza stampa dà la sua versione di quello che sta accadendo nell'ex Stalingrado d'Italia. Fino adesso - dice - «da quello che noi capiamo, le accuse si basano sulle dichiarazioni di due persone che qualche motivo di rancore ce l'avevano». E ricorda i contenziosi legali che vedono i comuni di Sesto e Cinisello contrapposti all'imprenditore dei trasporti Di Caterina e come il progetto di Giuseppe Pasini per l'area Falck prevedesse di costruire più di quanto si farà attualmente. Poi precisa di «non aver ricevuto alcun avviso di garanzia». E su Penati spiega: «Penso che abbia diritto a dimostrare la sua innocenza. Ho molta fiducia nei magistrati di Monza, che peraltro conosco, spero che interroghino velocemente Penati e quindi se é colpevole ci saranno delle conseguenze, se é innocente, come lui afferma di essere, lo dimostrerà».

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