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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2011 alle ore 16:48.

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Paolo RuffiniPaolo Ruffini

Paolo Ruffini sarebbe a un passo da La 7. Pronto a lasciare la Rai, dopo che gli è stata profilata l'ipotesi di un incarico diverso dalla direzione della terza rete, che ha governato per sette anni di fila (dal 2002 al novembre 2009) e poi nuovamente dopo aver vinto il ricorso contro il suo trasferimento ad altra direzione deciso dal Cda all'epoca di Mauro Masi. Il suo potrebbe non essere un addio fulmineo, non è escluso infatti che Ruffini resti fino a ottobre per vedere partire la nuova stagione di Rai Tre con i suoi programmi di punta, a garanzia che poco o nulla cambi nella rete.

La decisione sembra essere dietro l'angolo. Fabio Fazio e Giovanni Floris chiedono al direttore di Rai Tre di restare e all'azienda di trattenerlo. Fazio, riportato in Rai proprio da Paolo Ruffini, con il quale lavora da otto anni, non nasconde la sua amarezza e si domanda «come si fa a privarsi con leggerezza di professionisti che portano risultati, che svolgono il loro mestiere nel migliore dei modi». Per questo, dice il conduttore «bisogna fare di tutto per trattenere Ruffini». Fazio pensa a quanto successo con Santoro, con Freccero. E sottolinea come abbia «dell'incredibile il fatto che, invece di valutare le professionalità e di metterle nelle condizioni migliori per lavorare, le si esasperi spingendole in qualche modo ad andar via».

Anche Giovanni Floris è particolarmente legato al direttore di Rai Tre. «Non è solo il mio direttore: è un amico, è la persona cui devo tutto e che mi ha insegnato di più», sottolinea il conduttore di Ballarò. Che di Ruffini dice: è «un uomo che ha fatto tantissimo per la Rai. Prima ha fatto tornare grande il Giornale Radio, poi ha fatto una grandissima Raitre». Insomma per Floris è «logico» che La 7 lo cerchi, «assurdo, incredibile e autolesionista» che la Rai lo lasci andare.

L'Adrai, l'associazione dei dirigenti Rai segue con incredulità la vicenda. «Ruffini - scrive in una nota - dirige una rete come Rai Tre che ha assicurato negli ultimi anni risultati eccellenti in termini di identità, qualità e ascolti». Adrai chiede «urgentemente di conoscere quali siano le iniziative messe in atto per evitare una perdita così importante per la Rai, aggravata dal fatto che Ruffini andrebbe a dirigere una rete diretta concorrente di Rai Tre».

Il direttore della terza rete non avrebbe ancora preso una decisione, ma starebbe valutando seriamente la proposta ricevuta da La 7. Mercoledì scorso avrebbe avuto un colloquio con il direttore generale, Lorenza Lei. In quell'occasione si sarebbe però parlato soprattutto di 'Parla con me ' e della modifiche al format del programma di Serena Dandini. Per discutere del futuro del direttore di Rai Tre i due si sarebbero visti giovedì mattina.

Fnsi e Usigrai, lanciano l'allarme, convinti che la possibile uscita di Ruffini «confermi e aggravi il quadro di un autentico, scientifico smantellamento del servizio pubblico» e la richiesta al dg di «un cambio di registro».
Le indiscrezioni su una possibile uscita di Paolo Ruffini erano rimbalzate anche nelle scorse settimane, tra i nomi circolati nei rumors per la successione c' anche quello di Maria Pia Ammirati.

Per Giorgio Merlo (Pd), vicepresidente della commissione di Vigilanza, «l'eventuale allontanamento dalla Rai oggi di Ruffini sarebbe interpretato come una semplice volontá di indebolire il servizio pubblico».
Secondo il portavoce di Articolo21, Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita «l'eventuale uscita di Ruffini, come già accaduto per Michele Santoro, sarà il frutto di una provocatoria, insistente, continua campagna di mobbing che ha preso di mira Ruffini, l'intera rete tre e tutti quegli artisti e programmi indicati nelle liste di proscrizione di Trani».

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