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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2011 alle ore 11:25.

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Dopo gli scontri che ieri hanno provocato 22 vittime tra i civili, il regime di Assad ha dispiegato centinaia di carri armati in diverse zone del Paese.
A denunciarlo il presidente dell'Osservatorio dei diritti umani, Rami Abdel Rahmane, secondo il quale l'esercito siriano avrebbe dispiegato almeno "250 blindati in quattro quartieri nella zona di Deir Ezzor" nell'est del Paese " e altri intorno alla città di Homs", al centro della Siria.

Già ieri, mentre decine di migliaia di persone sfilavano in diverse nel Paese in solidarietà con la città di Hama al centro di una sanguinosa offensiva di Damasco, costata la vita ad almeno un centinaio di persone domenica scorsa, diversi testimoni avevano lanciato l'allarme sull'avvio di nuove operazioni militari.

Dalle 8 di questa mattina (le 7 in Italia), secondo alcuni testimoni "colpi di arma da fuoco" sono stati sparati in "più quartieri di Homs".
Nessuna notizia dall'Osservatorio siriano, invece, sulla situazione ad Hama, città nella zona occidentale della Siria, dove le comunicazioni con l'esterno restano interrotte su decisione del governo per "combattere" quelli che le forze siriane ritengono essere "terroristi armati".
Il bilancio della repressione iniziata a metà marzo, intanto, è salito ad almeno 2038 persone secondo l'Osservatorio sui diritti umani.

Sul fronte internazionale, ci sono state conversazioni telefoniche separate, ma convergenti nella serata di ieri del presidente americano Barack Obama con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e con l'omologo francese, Nicolas Sarkozy. I tre leader, ha fatto sapere la Casa bianca, hanno espresso di comune accordo una dura condanna nei confronti del regime di Bashar al-Assad per la sua «violenza indiscriminata contro il popolo siriano», concordando inoltre la valutazione di «ulteriori passi per fare pressione» sulle autorità di Damasco e «per sostenere il popolo della Siria». Il Kuwait ha lanciato un appello a Damasco a interrompere la repressione violenta, esortando all'apertura di un dialogo per mettere fine alla crisi nel Paese, mentre migliaia di kuwaitiani hanno partecipato a due manifestazioni di solidarietà con il popolo siriano chiedendo che venga espulso l'ambasciatore siriano, e richiamato quello del Kuwait da Damasco.

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