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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2011 alle ore 17:21.

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Il Generale Michele Adinolfi (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)Il Generale Michele Adinolfi (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

La Corte di Cassazione ha stabilito che gli atti dell'inchiesta della Procura di Napoli sulla P4, relativi alle vicende che vedono coinvolti il generale Michele Adinolfi, ex capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, e il giornalista Pippo Marra, presidente dell'agenzia Adnkronos, devono essere trasmessi alla Procura di Roma, che ha la competenza territoriale a indagare.

Lo conferma l'avvocato Enzo Musco, difensore del generale Adinolfi, che aveva presentato ricorso sollevando la questione sulla competenza territoriale dell'inchiesta. La Procura generale presso la Corte di Cassazione ha accolto oggi il ricorso difensivo, disponendo che sarà la Procura di Roma a indagare sui reati di favoreggiamento e rivelazione d'ufficio che risultano relativi agli episodi che, secondo la ricostruzione investigativa, si sarebbero verificati a metà ottobre dello scorso anno a Roma.

Adinolfi sarebbe stato - secondo la tesi dei magistrati napoletani che conducono l'inchiesta sulla P4 - la "talpa" che permise a Luigi Bisignani di venire a conoscenza delle indagini sul suo conto. «Nonostante la questione sulla competenza territoriale, sin dal primo momento non ci siamo sottratti all'interrogatorio davanti ai magistrati napoletani e al confronto con Marco Milanese. Questo per dimostrare che non ci sono ombre», ha dichiarato l'avvocato Musco.

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