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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2011 alle ore 08:15.

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Non sono ancora concluse le indagini della Procura di Roma sulla presunta loggia P3. Sotto la lente degli investigatori ci sono ancora 9,5 milioni versati a titolo di prestito infruttifero da Silvio Berlusconi nel 2008 su un conto intestato a Marcello Dell'Utri, più altri 7,1 milioni elargiti dal re delle cliniche private, Antonio Angelucci, al coordinatore del Pdl, Denis Verdini, per comprare villa Gucci, a Firenze.

I pagamenti emergono da un rapporto della Gdf consegnato lo scorso maggio al Procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, e al Pm Rodolfo Sabelli, i magistrati romani che indagano sulla P3, e depositato tra gli atti con cui lunedì scorso è stata chiusa l'inchiesta. Secondo quanto filtra da Piazzale Clodio, le indagini non sono concluse. O meglio, è formalmente conclusa l'inchiesta sulla presunta loggia P3. Mentre sui fatti contenuti nell'informativa consegnata dal Nucleo speciale di polizia valutaria delle Fiamme Gialle, che avevano indotto i pm a chiedere una proroga delle indagini fino a dicembre, sono in corso accertamenti.

Allo stato il nuovo fascicolo è rubricato come "modello 45", vale a dire senza indagati, né ipotesi di reato. Nel rapporto, i finanzieri, anche in riferimento ai pagamenti in questione, scrivono che Verdini e Del l'Utri «sono cointeressati negli affari dell'organizzazione (la P3, ndr) di cui rappresentano un punto di riferimento, anche con mansioni di direzione e controllo: sono attori di interferenze politiche per le quali ricevono somme di denaro dall'organizzazione, sotto forma di finanziamenti e contributi al partito politico che rappresentano».

I versamenti di Berlusconi sono stati fatti su un conto di Dell'Utri che presentava un rosso di 3,1 milioni. Il primo bonifico risale al 2 maggio 2008 e viene effettuato nella filiale del Monte dei Paschi di Siena di Segrate. Importo: 1,5 milioni. I soldi vengono accreditati sul conto di Dell'Utri il 22 maggio: «La posizione del cliente al momento della disposizione – scrivono le Fiamme Gialle – presentava un saldo negativo di 3.150.134 euro e il bonifico ricevuto serviva a riassorbire l'esposizione debitoria».

Secondo i militari la posizione «in esame presso la banca è classificata a incaglio a causa di due finanziamenti erogati a favore del senatore Dell'Utri che non presentano un andamento regolare»: un «mutuo ipotecario di 2 milioni di euro non in regolare ammortamento in quanto risultano 10 rate in mora». Seguono altri due bonifici, il 15 febbraio e l'11 marzo 2011, con cui Berlusconi, tramite Banca Intesa Private Banking, versa a Dell'Utri altri 8 milioni, sempre a titolo infruttifero.

Quelli di Angelucci si riferiscono invece all'acquisto di una villa, ex proprietà della famiglia Gucci, con parco di 20mila metri quadrati, piscina e campo da tennis, da parte di Verdini e della moglie, Maria Simonetta Fossombroni, che a tal fine accendono in banca, a dicembre 2006, un mutuo da 8 milioni. Alcune rate restano inevase, ed è a questo punto che, secondo il rapporto della Guardia di Finanza, interviene Angelucci che a febbraio di quest'anno fa estinguere il mutuo dei coniugi Verdini con tre bonifici effettuati presso la filiale Roma 5 del Banco di Brescia: uno da 5 milioni, uno da 2,5 milioni e uno da 600mila euro.

Il conto di Angelucci da cui partono i bonifici era stato rifornito con una provvista di 10 milioni di euro provenienti dalla società lussemburghese Lantigos, secondo gli investigatori riconducibile agli Angelucci. Operazione che non convince gli uomini del Nucleo valutario che chiedono «il nulla osta per comunicare i fatti ai competenti reparti del corpo della Guardia di Finanza» perché valutino eventuali profili di irregolarità fiscale.

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