Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2011 alle ore 08:10.

My24

Questa estate comincerà a scrivere la traccia del prossimo libro, «spiegando come sono andate le cose nello scenario internazionale ed evidenziando alcuni aspetti che sono stati trascurati». Giulio Tremonti, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, non si limita a spiegare solo i contenuti della manovra varata venerdì, che si integra, a detta del ministro, con quella precedente. Ci tiene a chiarire perché è stata necessaria: «Non interessa solo il nostro Paese, ma una quota enorme del pil dell'Europa. E la crisi potrà riguardare altre parti della Ue». Tutto, ha detto, si è accelerato drammaticamente negli ultimi giorni. Era prevedibile? «Questo potrà essere oggetto di prossime riflessioni».

Silvio Berlusconi non è presente alla conferenza stampa che Tremonti tiene insieme a Roberto Calderoli e Maurizio Sacconi, ma dedica al ministro dell'Economia un pranzo a Palazzo Chigi subito dopo. E assicura, dichiarandosi soddisfatto delle misure varate e dall'apprezzamento che gli è giunto dall'Europa: «Io e Tremonti, nonostante qualche contrasto che c'è stato con lui come pure con gli altri ministri, arriveremo insieme al 2013, alla fine della legislatura».

Un «buon lavoro», dunque, per usare le parole del premier. Ma Tremonti avverte che non bisogna abbassare la guardia: la prossima settimana ci sarà il vertice franco-tedesco. «C'è grande attesa – ha detto Tremonti – l'impressione è che molto dipenderà della scelte che si faranno sull'Europa e per l'Europa». E ha fatto una breve citazione delle tappe che hanno portato alla crisi, fino all'ultimo vertice europeo di luglio: c'era l'aspettativa dei mercati per una rapida creazione del fondo europeo per la stabilità finanziaria, invece sono stati delusi, sia per i risultati del vertice, sia per la contestuale crisi del debito degli Usa. Due elementi che hanno portato all'accelerazione della crisi nelle ultime settimane.

Secondo il ministro dell'Economia non saremmo arrivati a questo punto se ci fossero stati gli Eurobond. E comunque il governo non aveva scelte di fronte alla necessità del varo della manovra bis: «Abbiamo fatto tutto in coscienza, per il bene del paese». Anche per questo non c'è l'intenzione di chiedere la fiducia, come aveva già detto il presidente del Consiglio venerdì sera: «Il provvedimento è serio, impegna la classe politica su obiettivi di interesse generale per il paese, pensiamo sia una scelta saggia».

Il Paese, è convinto Tremonti, tiene: «Il sistema italiano, pur nel grande e complesso andamento della demografia, in Europa è tra i più stabili. Quindi meglio invecchiare in Italia non solo per le condizioni climatiche, ma per la sicurezza». Parole per diffondere fiducia, con il ministro dell'Economia che si è lasciato andare anche a qualche battuta: «Abbiamo fatto domanda di ammissione al lavori usuranti, per tutti. Oggi ci siamo chiesti che giorni era e abbiamo scoperto di essere a metà agosto», ha detto Tremonti, che sfoggiava una cravatta diversa dalle solite: «È della scuola di diritto di Yale». Sui numeri, Tremonti ritiene che il rapporto deficit-Pil a fine 2011 potrà essere anche migliore del 3,9 per cento. E che parte della manovra sarà fatta di liberalizzazioni e privatizzazioni, con un incentivo-disincentivo per i servizi pubblici a mettere sul mercato le aziende locali». Da mezzanotte, ha detto il ministro dell'Economia, il provvedimento è in Gazzetta Ufficiale (il presidente della Repubblica l'ha firmato ieri sera).

Accanto a Tremonti anche i ministri della Semplificazione normativa Calderoli e quello del Welfare Sacconi. Calderoli ha difeso le scelte fatte: «Venerdì c'era un foglio bianco, siamo arrivati a una stesura su cui mi è venuto il mal di testa. Adesso la manovra c'è, chi non la capisce forse deve fare un altro lavoro». E invita ad «accomodarsi fuori chi la critica. Mi riferisco a chi sta all'interno e all'esterno della Lega. Anche ai ministri». Con il decreto, ha spiegato Calderoli, la riduzione delle poltrone arriverà quasi a quota 50mila, dall'inizio della legislatura ad oggi si passa da 140mila a 53mila. Sulle province, di cui Calderoli non condivide la soppressione completa, il taglio sarà tra le 29 e le 35 e per quelle che rimarranno ci sarà una sforbiciata del 50% di consiglieri e assessori.

Anche il ministro Sacconi spera che con le opposizioni ci possa essere un dialogo costruttivo, per migliorare ancora gli interventi, sottolineando che la manovra è fatta per il 60% di tagli alla spesa pubblica. L'articolo 8 è dedicato alla modernizzazione delle relazioni industriali, come sollecitato dalla Bce (vedi pag.13): Sacconi ha sottolineato che l'articolo 18 non è stato toccato e che saranno le parti a definire i contenuti degli accordi aziendali, che diventeranno il cuore della contrattazione.

Shopping24

Dai nostri archivi