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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2011 alle ore 08:11.
La manovra-bis da 45,5 miliardi nei prossimi due anni ma con effetti di rigore già da quest'anno per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, abbinata a un ventaglio di interventi per la crescita, affronta gran parte dei principali punti dolenti del rischio-Italia sollevati dai mercati e dalle agenzie di rating Moody's e Standard & Poor's. Il recente disinvestimento dai BTp nei portafogli esteri, le minacce di declassamento e da ultimo le richieste puntuali della Bce hanno incalzato il Governo Berlusconi affinchè passasse alla svelta dalle promesse e dagli impegni ai fatti, agendo contemporaneamente sul rigore del bilancio pubblico e sulla crescita.
È quindi prevedibile che il solo effetto-annuncio della maxi-manovra di Ferragosto possa avere un primo impatto positivo sui mercati e sugli analisti del credito. «Lo spread BTp/Bund può tornare in area 200 punti base o anche scendere al di sotto dei 200 solo se torna la domanda sui titoli di Stato italiani» ha commentato Ciaran O'Hagan, responsabile della strategia sui tassi a Société Générale. «E ci sarà domanda solo se il mercato si convincerà che il Governo è in grado di mantenere le promesse». Ma è proprio sulla concretezza, sull'efficacia e soprattutto sull'implementazione nei tempi e nelle modalità che la manovra dovrà superare il test del mercato.
«Per quanto riguarda i mercati crediamo che la chiave di lettura della nuova manovra correttiva annunciata prescinderà dai suoi connotati politici e di equità sociale. Quello che importa adesso, e lo abbiamo visto con le esperienze di Grecia, Irlanda e Portogallo, è l'implementazione delle misure e in quest'ottica sappiamo che il mercato è intransigente e punirà in maniera significativa il Paese ad ogni indicazione che i target non vengano rispettati. Questo lascia la porta aperta a nuove misure di austerity in itinere», ha commentato Silvio Peruzzo di Rbs. «Il governo e l'opposizione hanno risposto in maniera tempestiva alle richieste delle istituzioni e altri partner europei e questo è un segnale importante e crediamo sia positivo. Ma ci sono molti vuoti informativi soprattutto per quanto riguarda i dettagli dei tagli sui costi della politica, su tutti i fronti, dai tagli alle spese che ciascun ministero dovrà effettuare alla granularità dei risparmi che la ristrutturazione delle amministrazioni locali dovrebbe generare», ha ammonito Peruzzo secondo il quale «questi vuoti informativi aumentano significativamente il rischio di implementazione della manovra, specialmente se non colmati in fretta».
Nel contesto delle violenti turbolenze della crisi del debito sovrano europeo e americano, aggravate dai timori del ritorno della recessione, neppure una manovra di tale entità consente all'Italia di abbassare la guardia. Dopo una prima, buona o anche calda accoglienza iniziale, la comunità finanziaria internazionale e gli esperti dei rating soppeseranno le singole misure, i tempi di entrata in vigore delle norme, e soprattutto gli effetti sulla crescita che in questo momento è il vero chiodo fisso dei mercati. «Fintantochè il Governo sarà in grado di introdurre riforme strutturali credibili per aumentare il Pil potenziale, riteniamo che i mercati daranno all'Italia il tempo necessario per rendere le misure operative sul medio-lungo termine, senza preoccuparsi troppo nel caso in cui la crescita del Pil dovesse rimanere debole nel breve termine», è la previsione di Fabio Fois di Barclays capital.
In un contesto economico globale in rapido peggioramento, per un crescente numero di economisti e strategist le assunzioni sulla crescita del governo italiano per i prossimi anni sono troppo ottimiste e potrebbero essere riviste al ribasso aumentando il rischio di raggiungimento del pareggio di bilancio. Gli investitori di lungo termine esposti al rischio-Italia hanno chiesto esplicitamente di recente l'anticipo di tagli immediati alla spesa pubblica proprio per garantire la riduzione del deficit/Pil centrando target prefissi, sull'onda di un secondo semestre 2011 e un 2012 che promettono un rallentamento della crescita economica. Il pareggio di bilancio entro il 2013 diventa quindi molto ambizioso con un'economia che si indebolisce sempre più.
E se anche i risparmi dai tagli alla spesa pubblica e le privatizzazioni dovessero accelerare il risanamento dei conti pubblici sul fronte del deficit e del debito, questo non basterà a riconquistare la fiducia sul rischio-Italia. In un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, i mercati e le agenzie Moody's e Standard & Poor's dovranno cogliere segnali di aumento del Pil potenziale: i primi per continuare a detenere quasi il 50% dei titoli di Stato italiani in circolazione nonostante la crisi dei debiti pubblici nell'Eurozona periferica, i secondi per mantenere i rating Aa2 e A+ .