Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2011 alle ore 17:50.

My24

Scordatevi le cauzioni milionarie. Da noi ci si fida del reo. Ed evidentemente l'ha pensata così il sostituto procuratore di Alessandria, Sara Pozzetti, 39 anni, trasferita da poco da Varese. Perché ha valutato che per Ilir Beti, l'imprenditore edile ubriaco che ha causato, viaggiando contromano, la morte di quattro giovani turisti francesi e il ferimento di altre due persone, fosse sufficiente essere indagato in stato di libertà per omicidio colposo, lesioni colpose e guida in stato di ebbrezza. Il codice di procedura penale (che non prevede sanzioni) parla chiaro: la restrizione della libertà contro una persona in attesa di giudizio può venire solo se c'è un concreto pericolo che essa possa:

■darsi alla fuga
■commettere altri reati
■inquinare le prove

In questi casi il giudice non "arresta" l'indagato ma può utilizzare, a seconda delle necessità, delle misure cautelari che sono:

■divieto di espatrio
■obbligo di presentazione alla polizia
■arresti domiciliari
■divieto o obbligo di dimora in un determinato luogo
■custodia cautelare in carcere

Proprio l'ultima possibilità ci si sarebbe aspettati che venisse usata dal magistrato torinese. Che però, nell'ambito della discrezionalità che il Codice di procedura penale gli riconosce, ha deciso diversamente. In effetti, una decisione che potrebbe rivelarsi sbagliata, data l'enorme gravità del reato, proprio in relazione alla possibilità di fuggire.

Ma in realtà anche Ilir Beti non rischia molto: il Codice penale prevede al massimo dodici anni di reclusione, quindi, in concreto, anche nella remota ipotesi del massimo della pena, dopo sei anni Beti sarebbe in semilibertà. O avrebbe il beneficio della libertà anticipata (45 giorni di sconto ogni sei mesi di buona condotta carceraria).

Forse anche queste considerazione può aver spinto il magistrato a giudicare inesistente il pericolo di fuga. E altrettanto improbabile deve essere apparsa la possibilità di un nuovo incidente o che le prove (asolutamente incontrovertibili) venissero inquinate. E così il gioco è fatto, come sempre, in Italia, nel pieno rispetto della legge e delle prerogative della magistratura.

Resta tuttavia la possibilità di ripensarci, soprattutto se, valutando l'eventuale assunzione di stupefacenti unitamente all'ubriachezza, possibili solo tra qualche giorno, emerge una pericolosità sociale tale da giustificare il sospetto della reiterazione del reato o addirittura della fuga.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi