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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2011 alle ore 08:03.
FRANCOFORTE - Anche la Germania dibatte ormai pubblicamente dell'opportunità di creare obbligazioni europee come strumento per risolvere la crisi debitoria che sta mettendo in forse il futuro stesso della zona euro. Ufficialmente, il Governo federale resta contrario, ma il rallentamento economico tedesco potrebbe influenzare le scelte del Paese nei prossimi mesi.
Nel fine settimana la Welt am Sonntag rivelava che gli eurobond non sono più tabù in molti ambienti politici berlinesi. L'idea lanciata dal ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti e dal presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker appare ad alcuni il male minore dopo che i generosi salvataggi sovrani decisi finora hanno avuto risultati discutibili. Parlando a Handelsblatt, Johann Wadepuhl, un deputato della Cdu, il partito del cancelliere Angela Merkel, ha spiegato che l'eurobond non deve essere visto come un anatema: «Non ha senso avere un dibattito che metta a confronto solo il nero e il bianco. Non posso credere (che questi strumenti, ndr) siano l'opera del diavolo». Ha aggiunto Armin Laschet, un esponente del comitato esecutivo della Cdu: «Abbiamo bisogno di una maggiore integrazione in Europa, soprattutto in campo fiscale. La sfida imposta dai mercati globali richiede istituzioni globali, tanto più in Europa». Pochi giorni fa il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble si è però detto nuovamente contrario.
Molti in Germania, in particolare nelle file del partito liberale anch'esso al Governo, affermano che obbligazioni europee sono incompatibili con l'attuale unione monetaria che prevede bilanci nazionali. Dietro a questa posizione si nascondono sentimenti diversi: da un lato una certa difficoltà a rimettere in discussione le regole, soprattutto in piena emergenza. Dall'altro, traspare una vena nazionalistica, vale a dire la paura che obbligazioni europee possano provocare un aumento dei tassi d'interesse in Germania. Un recente studio dell'istituto Ifo di Monaco ha calcolato che la nascita dell'eurobond comporterebbe un aumento del servizio del debito tedesco di 47 miliardi di euro all'anno.
Il dibattito nasconde una questione di fondo: quanto è pronta la Germania a sacrificare la propria sovranità nazionale per salvare la moneta unica? Nel mondo imprenditoriale non mancano i sostenitori dell'eurobond, come Anton Börner, il presidente degli esportatori, convinto che proprio l'incerta situazione economica dovrebbe convincere il Paese al grande passo.
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