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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2011 alle ore 06:37.

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La Federal Reserve, per evitare una nuova Grande Depressione, ha concesso prestiti d'emergenza alle banche - e ad altre aziende - per un totale di 1.200 miliardi di dollari. E, stando ai calcoli effettuati da Bloomberg sulla base di inedita documentazione ottenuta dalla Fed stessa e realtiva al periodo tra il 2007 e il 2010, il record degli aiuti ricevuti spetta a Morgan Stanley, con 107,3 miliardi. A ruota seguono altre grandi firme della finanza a stelle e strisce: Citigroup, con 99,5 miliardi, e Bank of America, con 91,4 miliardi.
«Stiamo parlando di cifre stratosferiche» ha detto Robert Litan, ex funzionario del Dipartimento della Giustizia che si era occupato di un'altra crisi bancaria, quella delle casse di risparmio negli anni Novanta. «Siamo in presenza dell'aristocrazia finanziaria americana che minaccia di crollare senza soccorsi pubblici».
Anzi, non solo americana. I prestiti orchestrati dalla Fed hanno aiutato non poco anche l'elite internazionale, compresa la banca italiana UniCredit. Quasi metà dei 30 maggiori istituti nello speciale «libro paga» della Banca centrale statunitense sono infatti nomi europei, a ulteriore conferma della globalizzazione della finanza e delle sue crisi. La britannica Royal Bank of Scotland, la prima tra le straniere nella classifica degli aiuti, ha ricevuto fino a 84,5 miliardi di dollari. UniCredit, da parte sua, ha potuto contare fino a 11,8 miliardi nel maggio del 2009. L'istituto italiano è rimasto in debito con la Fed per un totale di 742 giorni con prestiti quotidiani medi tra l'agosto del 2007 e l'aprile del 2010 pari a 4 miliardi.
Gli altri istituti del Vecchio continente soccorsi vanno dalla svizzera Ubs, con 77,2 miliardi, alla Hypo Real Estate Holding tedesca, con 28,7 miliardi. E ancora nell'elenco si contano la belga Dexia, la francese Société Générale, la tedesca Deutsche Bank. Le cifre della classifica si riferiscono al picco dei prestiti concessi dalla Fed, compreso l'ammontare di 1.200 miliardi rilevato il 5 dicembre del 2008 e che tiene conto di ben sette programmi straordinari messi in atto dal governatore Ben Bernanke.
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