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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2011 alle ore 22:17.

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Mentre si combatte nella fortezza di Bab al-Aziziya e la bandiera dei ribelli sventola sul suo ex compound, si son perse le tracce di Muammar Gheddafi. L'incertezza lascia spazio a tutte le ipotesi, piani e indiscrezioni più o meno attendibili sulla meta della possibile fuga del leader libico: negli ultimi giorni si è parlato di Algeria, Angola, Zimbabwe e, come già da mesi, del Venezuela dell'irriducibile amico Hugo Chavez. Un punto fermo resta la convinzione del Pentagono, confermata anche oggi pomeriggio, che il rais non abbia lasciato la Libia. Le voci più insistenti degli ultimi giorni segnalavano una fuga di Gheddafi verso il deserto del sud del Paese.

I cunicoli
La sua cittadella fortificata di Bab al-Aziziya, oltre a bunker, ha anche una labirintica rete di cunicoli che si presume abbiano vie di fuga all'esterno: del resto ce l'aveva anche una delle sue ville-residenza più note, quella di al Huseta, alle porte di al Baida, già ispezionata pure dalla stampa straniera dopo la conquista da parte dei ribelli in primavera.

In Algeria
Ipotizzando una fuga sotterranea da Bab al-Aziziya, la pista sahariana più calda è quella occidentale, verso l'Algeria: è stato Abdessalem Jalloud, l'ex numero due del regime libico e braccio destro del Colonnello, a non escludere che Gheddafi possa sfruttare lo sterminato confine algerino per eclissarsi.

In Sudafricao Zimbabwe
Accreditata dalla tv Al Arabiya ma smentita ufficialmente dal governo sudafricano, è stata poi una fantomatica trattativa fra Gheddafi e Pretoria per organizzare un esilio in Zimbabwe o in Angola con un volo messo a disposizione dallo stesso Sud Africa. Via terra, magari dopo un'ampia deviazione all'interno, una fuga è stata ipotizzata anche verso sud-est con meta Sirte: la città natale di Gheddafi e bastione della sua lotta dove hanno già ripiegato i lealisti costretti ad abbandonare Brega sotto l'incalzare dei ribelli. Questi peraltro, oggi pomeriggio, proseguivano la loro avanzata verso Ovest rendendo la città sicura presumibilmente ancora per poco.

Dall'amico Chavez, in Venezuela
Più breve ma non meno pericolosa e difficile è l'evocata fuga nell'ambasciata del Venezuela. Oggi Chavez ha rinnovato il suo appoggio a Gheddafi. L'ipotesi venezuelana, tuttavia, presuppone che il colonnello riesca a imbarcarsi su un aereo, ma gli insorti hanno assunto il controllo dell'aeroporto di Tripoli e l'unico modo per raggiungere Caracas sarebbe la preventiva fuga via terra in un Paese vicino. Nei giorni scorsi si era parlato di un volo in decollo dalla tunisina Jerba messo a disposizione Chavez.

Djerba, Tunisia
Sull'isola si sarebbero già rifugiati il primo ministro Al-Baghdadi Al-Mahmoudi, e il capo della tv di Stato, Abdallah Mansour. Sulla stessa isola, sempre secondo fonti dei media, Gheddafi conterebbe di condurre al riparo la moglie e la figlia Aisha. Nei giorni scorsi, anche fonti dell'intelligence Usa citate da Nbc News, hanno parlato di preparativi del colonnello per lasciare la Libia insieme alla famiglia per un esilio in Tunisia.

Malta
Infine, la possibilità di un esilio a Malta, emersa nei giorni scorsi, è stata esclusa dalle stesse autorità de La Valletta, le quali hanno fatto sapere che se Gheddafi o un membro della sua famiglia dovessero atterrare sull'isola sarebbero immediatamente consegnati al Tribunale
internazionale dell'Aja, che nei confronti del colonnello ha spiccato un mandato di arresto per crimini contro l'umanitá.

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