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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2011 alle ore 22:40.

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Nelle stesse ore in cui il regime di Gheddafi capitola e la Libia apre una nuova fase dopo 41 anni di dittature del rais, un gruppo di dissidenti siriani ad Istanbul dà vita ad un Consiglio nazionale che mira a coordinare gli sforzi in atto per rovesciare il regime del presidente Bashar al-Assad. Il Consiglio è stato formato dopo quattro giorni d'intense discussioni, hanno detto gli oppositori siriani in una conferenza stampa.

«Abbiamo avuto martiri e feriti, questi sacrifici hanno creato un senso di unità» ha dichiarato l'attivista Ahmad Ramadan. Gli ha fatto eco un altro esponente dell'opposizione, Yasar Tabbara: «La creazione di questo consiglio può essere considerata una prima tappa verso la costituzione di un organismo rappresentativo della rivoluzione siriana».

Dopo quattro giorni di trattative a Istanbul, il doppio rispetto a quanto previsto in origine, i sessanta delegati riuniti in rappresentanza delle diverse forze di opposizione siriane, in esilio e non, hanno così annunciato la fondazione di un Consiglio Nazionale unitario, in cui sono rappresentate le diverse correnti ostili al regime.

Nella dichiarazione congiunta finale, i dissidenti sottolineano il carattere «nazionale» della Rivoluzione in corso dalla metà di marzo contro Assad, respingono qualsiasi ipotesi d'intervento straniero ed escludono la prevalenza di qualunque gruppo etnico sugli altri. «Per il tramite del nuovo Consiglio», si afferma nel documento, «sono stati intrapresi i primi passi di una trasformazione su larga scala in Siria. L'unione di tutti i gruppi, nonostante i pericoli, è un dovere», si sottolinea. «La presente delegazione metterà insieme i diversi movimenti».

La prima seduta ufficiale del nuovo organismo, che comprenderà oltre un centinaio di membri, si terrà fra quindici giorni al massimo sempre nella città turca: in quella occasione saranno eletti un presidente e un segretario generale.

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