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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2011 alle ore 06:37.

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GIAPPONE
Il premier Kan
pronto a lasciare
L'ex ministro degli Esteri Seiji Maehara, che ha sempre ritenuto la lotta alla deflazione che attanaglia il Paese da un decennio come la priorità del Governo, ha deciso di candidarsi alla guida del nuovo esecutivo nipponico. L'attuale premier nipponico Naoto Kan, ai minimi di popolarità, si avvicina alle dimissioni: il partito Democratico (DpJ), di cui è presidente, terrà le elezioni interne il 29 agosto per la nuova leadership in previsione del passo indietro di Kan, dopo l'approvazione parlamentare di due leggi importanti. I provvedimenti legislativi cui Kan aveva collegato il passo indietro sono il via libera della Dieta (atteso in settimana) alle norme sulle energie rinnovabili e sull'emissione dei titoli di Stato per coprire le spese del bilancio 2011-12.
STATI UNITI
Uragano Irene
verso la Florida
La tempesta tropicale, Irene, che minaccia Porto Rico, Santo Domingo, Haiti e ora la Florida, è stata riclassificata come uragano. Lo ha annunciato il Centro nazionale statunitense degli uragani (Nhc). Irene, che si è formata sabato nel mar dei Caraibi, si trova a 40 chilometri a ovest di San Juan (Porto Rico), con venti che soffiano a 125 chilometri orari, secondo Nhc.
RUSSIA
Una donna
come numero tre
La governatrice di San Pietroburgo Valentina Matviyenko (nella foto) ha stravinto le elezioni locali per il Parlamento e ora potrebbe diventare la numero tre nella linea di comando in Russia. Con una campagna elettorale che il Moscow Times definisce in stile "panem et circenses", la Matviynko si prepara a traslocare a Mosca, dove il presidente Dmitrij Medvedev l'ha già candidata a presidente del Consiglio della Federazione, il Senato russo. Matviyenko, 62 anni, fedelissima del Cremlino e governatore non proprio amatissimo di San Pietroburgo, ha già presentato le sue dimissioni da governatore della seconda città russa, dopo aver vinto il suo seggio con percentuali bulgare: il 92% e il 94,5% dei voti nei due piccoli collegi cittadini di Petrovsky e Krasnenkaya Rechka.
SUDAN
Scontri tribali
600 morti
Nel Sud Sudan, nuovo Paese dell'Africa che ha proclamato la sua indipendenza all'inizio di luglio, infuriano le violenze tribali: da giovedì a oggi l'Onu ha registrato almeno 600 morti e quasi mille feriti. Lo riferisce Farhan Haq, portavoce dell'Onu, precisando che le violenze si concentrano soprattutto nel governatorato di Jonglei. Nei giorni scorsi l'Onu ha dispiegato centinaia di Caschi Blu, nel timore di possibili violenze.

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