Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2011 alle ore 18:34.
L'ultima modifica è del 24 agosto 2011 alle ore 17:34.

My24

Una volta erano la politica e i suoi leader, oggi è l'economia. John Elkann e Sergio Marchionne sono le nuove star del meeting di Rimini, i soli capaci (finora) di contendere quella massiccia dose di applausi che i giovani ciellini hanno riservato quest'anno alla più alta carica dello Stato, Giorgio Napolitano. Se i vertici Fiat piacciono al popolo del meeting, lo stesso non si può dire per l'Esecutivo che ha reagito alle dichiarazioni dei manager del Lingotto con un certo fastidio.

Il giovanne di casa Agnelli davanti alla platea della fiera dice, tra le altre cose, che Fiat «continuerà a produrre automobili e quello che è da vedere è se l'Italia vuole fare automobili. Vedere se c'è chi vuole fare auto come vuole fare la Fiat». Marchionne, parlando con i giornalisti a margine dell'incontro pubblico con Elkann, chiarisce: investiremo solo se avremo certezze. Piccata la replica del ministro del Lavoro. «Fiat - dice Maurizio Sacconi - ha avuto dall' Italia tutte le certezze che chiedeva per avviare gli investimenti del suo programma». E cita la «norma inserita in manovra relativa all'applicazione erga omnes degli accordi sottoscritti, voluta dal Governo e dalla Regione Piemonte e gradita alla maggioranza delle parti sociali» come «il segno evidente di un clima inequivoco di favore per gli investimenti e l'occupazione».

La precisazione del ministro arriva nel tardo pomeriggio, con una nota.
In mattinata, dentro le sale della fiera, la platea di Rimini ha ascoltato Elkann con la stessa attenzione riservata agli ospiti più prestigiosi, primo fra tutti il presidente della Repubblica. Domenica tra i passaggi più applauditi del discorso di Giorgio Napolitano c'erano quelli relativi al debito pubblico e all'evasione fiscale, in particolare quando il Capo dello Stato ha parlato di «intollerabile stortura» causata dall'alta evasione. Economia, crisi, misure di contenimento dei costi, mercati: sono temi ai quali il popolo ciellino guarda con particolare attenzione. Ora più che in passato.

E oggi è toccato al giovane di casa Agnelli affrontare la platea di Rimini. Da ieri al meeting, John Elkann è stato protagonista di una sorta di dialogo-intervista, introdotto dal presidente della Compagnie delle Opere, Bernhard Scholz. La sala, una delle più grandi della Fiera di Rimini, era stracolma e il popolo di Cl è stato molto generoso quanto a applausi e ammirazione. I giovani lo hanno bloccato ad ogni passo, incoraggiandolo e chiedondo autografi. Il presidente della Fiat parla di mondo del lavoro e responsabilità, della capacità di conciliare famiglia e azienda, di immagine dell'Italia e di impegno. Quanto alle performance del gruppo sui mercati «le aziende a controllo familiare sono più apprezzate dalla Borsa», spiega, perché «sono più prudenti nella gestione del debito e la prudenza viene premiata dai mercati finanziari». La lezione imparata in questi anni? «Le tempeste passano, bisogna saperle attraversare».

Stessa accoglienza per Sergio Marchionne, arrivato in sala per l'intervento del presidente del Lingotto. Per lui tanti «complimenti per il lavoro» e «continua così», incitamenti che lo accompagnano fino all'uscita. L'ad Fiat risponde ai giornalisti a margine dell'incontro pubblico con Elkann. E si dice favorevole la lancio di Eurobond per contrastare la crisi a livello internazionale. La manovra? «Quando ci sono dei problemi strutturali bisogna tagliare i costi di gestione, non ci sono alternative». Lui ministro dell'economia? «Mai». Sulla possibilità che Luca Cordero di Montezemolo entri in politica, pur annunciando un possibile appoggio, ribadisce: «continuo sempre a sconsigliarglielo». Quanto a Fiat assicura che non ci sarà alcun aumento di capitale. Il mercato dell'auto in Italia - dice - quest'anno è al «livello più basso dal 1996, sarà intorno a 1,7 milioni di vetture». Per quanto riguarda gli Usa invece «le prospettive sono totalmente in linea».

Oggi la politica al meeting appare defilata. Non arriverà il presidente del Consiglio, che manca a Rimini dal 2006, nonostante l'accoglienza entusiasta dei giovani allora. C'è il segretario Pdl, Angelino Alfano, per una visita non ufficiale (nel programma non compare). Sono passati nei giorni scorsi, tra gli altri, il vice di Bersani, Enrico Letta, i ministri Maurizio Sacconi e Paolo Romani. Poi Giuliano Amato. Arriveranno i sindaci Gianni Alemanno e Piero Fassino, oltre ai ministri leghisti Roberto Calderoli e Roberto Maroni. Non mancherà un altro ministro: Franco Frattini. Arriverà la governatrice del Lazio, Renata Polverini. Oltre ai padroni di casa: il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

Ci sarà domani, in occasione della mostra su San Carlo Borromeo, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, amministratore apostolico della Diocesi milanese, dopo la nomina ad Arcivescovo di Milano del Cardinale Angelo Scola. Uno dei momenti più attesi però è l'incontro previsto per sabato, giornata di chiusura: la platea aspetta il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Si parlerà del destino dell'Europa. Ma c'è chi teme che il ministro non arrivi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi