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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 06:40.

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ROMA
Addiopizzo, l'associazione antiracket Libero Grassi, l'impegno di Confindustria Sicilia contro le collusioni tra imprenditori e mafia. È lungo questa scia che, in occasione del ventennale dell'uccisione di Libero Grassi, si salderà l'asse tra Confindustria Palermo e il Comitato Professionisti liberi "Paolo Giaccone", guidato da Alessandro Calì, ex presidente degli ordini degli ingegneri di Palermo.
L'occasione sarà la ricorrenza di lunedì prossimo, giorno della manifestazione in ricordo dell'imprenditore Grassi, alla quale parteciperanno tra gli altri, oltre a diversi magistrati, anche Antonello Montante, vicepresidente e delegato nazionale di Confindustria per la legalità, e Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia. Il Comitato intitolato a Paolo Giaccone, un medico che nel 1982 fu ucciso solo perché si rifiutò di cambiare una sua perizia che inchiodava alcuni killer, ha presentato nei giorni scorsi il proprio Manifesto, redatto insieme a Libero Futuro e Addiopizzo. Il decalogo, condiviso da Confindustria Palermo, presieduta da Alessandro Albanese, va oltre le norme penali e i codici deontologici e punta a contrastare il racket e il sistema mafioso. «Si vuole affermare il principio della responsabilità sociale dei professionisti» sottolineano in una nota congiunta le due associazioni.
Sono ancora tanti i casi di professionisti «che permettono con prezzolate consulenze ai mafiosi di riciclare le loro enormi risorse o di gestirle dopo che sono state reinvestite in attività apparentemente lecite».
Non solo. Poco meno di due settimane fa il Comitato Paolo Giaccone è intervenuto per esprimere solidarietà a Montante e al procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari per l'azione di spionaggio subita, le cui prove sono state rinvenute in casa dell'ingegnere Pietro Di Vincenzo. Il Comitato in quell'occasione ha chiesto al Consiglio dell'Ordine degli ingegneri di Caltanissetta di dare assicurazioni sui provvedimenti disciplinari adottati nei confronti di un proprio iscritto.
Il Manifesto dei professionisti liberi ha raccolto finora oltre 800 adesioni. Il 15 ottobre, al teatro Biondo di Palermo, lo stesso che ha già visto il lancio pubblico di Libero Futuro e Addiopizzo, è in programma l'ufficializzazione della lista degli aderenti al Comitato e dei sottoscrittori del Manifesto. Per quell'occasione, anche grazie all'iniziativa congiunta con Confindustria Palermo, l'obiettivo è raggiungere la quota simbolica di mille firme. Per Antonello Montante «un traguardo in linea con la svolta impressa in questi ultimi anni da Confindustria nazionale per ribaltare vecchie logiche che finivano per penalizzare chi denunciava le ingerenze della criminalità organizzata». «Il passo avanti nella lotta ai condizionamenti della mafia - spiega Enrico Colaianni di Libero Futuro, tra i promotori del Comitato - consiste proprio nello schierare i professionisti accanto agli imprenditori».
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IL MANIFESTO

L'iniziativa
Il Comitato intitolato a Paolo Giaccone, un medico che nel 1982 fu ucciso solo perché si rifiutò di cambiare una sua perizia che inchiodava alcuni killer, ha presentato nei giorni scorsi il proprio Manifesto, redatto insieme a Libero Futuro e Addiopizzo
Il decalogo
Il decalogo, condiviso da Confindustria Palermo, presieduta da Alessandro Albanese, va oltre le norme penali e i codici deontologici e punta a contrastare il racket e il sistema mafioso

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