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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 18:22.

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Per Filippo Penati «oggi si sgretola e va ulteriormente in pezzi la credibilità dei miei accusatori». L'ex sindaco di Sesto San Giovanni commenta così la decisione del Gip del Tribunale di Monza, Anna Magelli che ha respinto la richiesta di custodia cautelare nei confronti di Penati perché i reati di corruzione di cui è accusato sono prescritti, rigettando anche la richiesta d'arresto formulata dai pm per Giordano Vimercati, ex braccio destro dell'esponente Pd, pure indagato nell'inchiesta. Il gip ha riqualificato le accuse di concussione, contestate dai pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, in corruzione, reato che prevede termini di prescrizione più brevi.

L'ex presidente della provincia di Milano sottolinea come «nei giorni scorsi dalle notizie di stampa erano già apparse evidenti le contraddizioni e l'infondatezza delle ricostruzioni dei fatti unilaterali e falsi dei due imprenditori inquisiti (Giuseppe Pasini e Piero Di Caterina, ndr), che sono il pilastro su cui si regge l'impianto accusatorio nei miei confronti». Secondo Filippo Penati «ora anche il gip ne ha riconosciuto l'inattendibilità, smentendoli nei fatti. Infatti le loro dichiarazioni relative alla concussione si sono rivelate non attendibili».

L'ex sindaco di Sesto ribadisce la sua «totale estraneità ai fatti» che gli sono addebitati. Più passa il tempo, dice «e più appare chiaro che le dichiarazioni dei miei accusatori sono false».
Intanto il Pd smentisce di stare valutando provvedimenti contro Penati.
«È una questione seria che non abbiamo banalizzato, attendiamo che si completi il lavoro della magistratura», dice il segretario regionale dei democratici, Maurizio Martina. Che esclude nella maniera più assoluta provvedimenti per Filippo Penati.

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