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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 09:18.

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PARIGI - Una conferenza degli "amici della Libia", per decidere quale può essere il contributo internazionale al Paese nel dopo-Gheddafi, si terrà giovedì prossimo 1° settembre a Parigi. Lo ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy al termine dell'incontro, ieri all'Eliseo, con il numero due del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), il premier senza Governo Mahmoud Jibril.

Alla «grande riunione per aiutare la Libia libera e dimostrare che pensiamo al futuro» non parteciperanno solo i rappresentanti dei trenta componenti (tra Stati e organizzazioni) del cosiddetto gruppo di contatto, ma anche Cina, Russia e India. Sarà inoltre presente, come ha fatto sapere un portavoce del premier inglese David Cameron, il presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil. «Per il Consiglio di transizione - spiega una nota di Downing Street - sarà l'occasione di spiegare alla comunità internazionale come può sostenerlo nel cammino verso una Libia libera, democratica e unificata. E per tutti quelli che intendono aiutare il Paese di discutere il ruolo che possono svolgere».

Nel frattempo, ha ribadito Sarkozy, le operazioni militari proseguiranno «fino a quando Gheddafi e i suoi non rappresenteranno più una minaccia per il popolo libico». Il presidente ha anche sostenuto che «non ci sono sul terreno forze speciali francesi, ma solo degli osservatori incaricati di tenere i rapporti con il Cnt e di fornire informazioni a Parigi, oltre ai collaboratori dell'ambasciatore che sta organizzando il trasferimento da Bengasi a Tripoli».
In attesa della Conferenza, la Libia ha però urgente bisogno di soldi. Per affrontare la difficile situazione umanitaria ma anche per cominciare a pagare stipendi che non vengono più versati da sei mesi, da quando cioè è cominciata l'insurrezione.

Su questo tema erano ancora in corso nella notte due riunioni. La prima a Doha, in Qatar, dove alti responsabili del gruppo di contatto (tra cui americani, francesi, inglesi, italiani, tedeschi e turchi) si sono incontrati su richiesta del Cnt per cercare di raccogliere al più presto 2,5 miliardi da consegnare al Consiglio di transizione.
La seconda a New York del Consiglio di sicurezza dell'Onu, su richiesta in particolare degli Stati Uniti ma anche di Francia e Gran Bretagna, per sbloccare almeno in parte i fondi libici congelati il 26 febbraio scorso. Secondo le stime del Cnt si tratta complessivamente di circa 165 miliardi in molti Paesi. Gli Stati Uniti stanno cercando di rendere immediatamente disponibile una prima cifra di 1,5 miliardi, ma sembra stiano incontrando alcune resistenze, soprattutto da parte del Sudafrica.
E mentre l'attenzione si sta concentrando sulla Libia, Sarkozy ha però cercato di tenere i riflettori accesi pure sulla Siria: «Anche i siriani hanno diritto alla democrazia e non devono essere condannati e essere massacrati da un regime che non capisce che siamo in un altro secolo». Il presidente ha tuttavia escluso l'ipotesi di un intervento militare.

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