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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2011 alle ore 15:33.

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I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'ex assessore all'edilizia del Comune di Sesto San Giovanni, Pasqualino Di Leva e dell'architetto Marco Magni, con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta dei pm di Monza sulle presunte tangenti relative alle aree ex Falck e Marelli, nella quale è indagato tra gli altri anche Filippo Penati.

Le due ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal Gip del Tribunale di Monza, Anna Magelli, su richiesta dei pm di Monza Franca Macchia e Walter Mapelli, che coordinano l'inchiesta. Le indagini puntano a ricostruire alcune procedure amministrative relative a interventi di carattere urbanistico, in merito alle quali la Guardia di Finanza di Milano aveva eseguito numerose perquisizioni, lo scorso luglio, anche presso il Comune di Sesto San Giovanni. Secondo l'accusa, sarebbero state corrisposte, o promesse, somme di denaro per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo determinati criteri il Piano di Governo del Territorio.

La Procura di Monza aveva chiesto l'arresto in carcere per Filippo Penati, ma il gip Anna Magelli ha respinto la richiesta di custodia cautelare perché i reati di corruzione di cui è accusato l'ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo sono prescritti. Il giudice, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti relative alle aree Falck e Marelli di Sesto San Giovanni ha anche rigettato la richiesta d'arresto formulata dai pm nei confronti di Giordano Vimercati, ex braccio destro di Penati indagato nell'inchiesta.

Il gip ha riqualificato le accuse di concussione, contestate dai pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, in corruzione, reato che prevede termini di prescrizione più brevi. Il giudice in sostanza, ha ritenuto che le tangenti che sarebbero state versate a Filippo Penati e a Vimercati dall'imprenditore Giuseppe Pasini in relazione all'area Falck e da Piero Di Caterina, titolare dell'azienda di trasporti Caronte, le due 'gole profonde' dell'inchiesta che ha coinvolto l'esponente del Pd, risalgano agli anni 2001-2002. Per il gip, poi, il versamento di queste mazzette configura l'ipotesi di corruzione e non quella di concussione e dunque i reati risultano prescritti.

I fatti contestati all'ex assessore del Comune di Sesto San Giovanni, Pasqualino Di Leva e all'architetto Marco Magni, finiti oggi in carcere, risalgono invece a un periodo che va dal 2006 al 2008.
Per il gip di Monza, il presunto giro di tangenti svelato dall'inchiesta della Procura di Monza sulle aree ex Falck e Marelli di Sesto San Giovanni, era inserito «nella cornice di un sistema di corruzioni che ha contraddistinto per lungo tempo la gestione della cosa pubblica da parte di alcuni pubblici amministratori».

Il Gip nell'ordinanza scrive tuttavia che le indagini condotte dai magistrati di Monza «dimostrano l'esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione posti in essere da Filippo Penati e da Giordano Vimercati nell'epoca in cui questi rivestivano la qualifica di pubblici ufficiali, prima presso il Comune di Sesto S.Giovanni e poi presso la Provincia di Milano». Se dunque per il giudice sussistono «i requisiti dei gravi indizi di colpevolezza», non è possibile in ogni caso procedere con «qualsivoglia misura cautelare» perché il reato è prescritto.

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