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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2011 alle ore 06:36.

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I mercati non hanno sempre ragione. La crisi di questi anni ha dimostrato come possano sbagliare, avere la veduta corta, soprattutto quando non sono arginati dalla mano pubblica. Ma come ignorare la tempesta di ieri a Francoforte? I motivi del crollo non sono chiari. Evidente però è il nervosismo degli investitori dinanzi a una Germania in preda a una pericolosissima confusione politica.
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Negli ultimi giorni gli scontri istituzionali e i diverbi politici si sono moltiplicati. In una Germania che va fiera, giustamente, della certezza del suo diritto e della serenità del suo dibattito, le tensioni si toccano con mano. Il riacutizzarsi della crisi debitoria, i timori di recessione economica, la paura sulla futura stabilità monetaria della zona euro sono diventati gli ingredienti di una miscela esplosiva.
Ieri pomeriggio la Borsa tedesca ha perso il 4% in 15 minuti. I motivi non sono chiari. C'è chi ha parlato del timore di un divieto totale delle vendite allo scoperto (non più solo quindi di quelle senza sottostante); chi ha visto nel possibile mancato pagamento di un'obbligazione comunale americana il primo segnale di un clamoroso fallimento; chi addirittura ha temuto una revisione al ribasso del rating tedesco. In realtà poco importa.
I veri motivi sono da ricercare in un clima tedesco a fior di pelle nel quale la leadership del cancelliere Angela Merkel vacilla drammaticamente. Una piccola carrellata degli ultimi eventi parla da sé. Da tempo molti deputati della maggioranza democristiana-liberale minacciano di bocciare l'accordo europeo di fine luglio nel quale la Germania ha accettato che il fondo di stabilità EFSF acquisti obbligazioni pubbliche sul mercato.
I parlamentari rumoreggiano, temono che la scelta comporti la monetizzazione del debito e provochi l'instabilità monetaria. Possono contare sull'appoggio della Bundesbank che subito dopo l'ultimo consiglio europeo ha criticato in un insolito comunicato l'intesa; tanto che ieri il cancelliere ha deciso di cancellare una visita in Russia all'inizio di settembre pur di assistere al dibattito sull'EFSF al Bundestag.
Due giorni fa poi il presidente della Repubblica Christian Wulff ha espresso dubbi legali sulla decisione della Banca centrale europea di acquistare obbligazioni, criticando la signora Merkel che quella scelta l'ha avvallata. Il capo dello Stato si è anche chiesto: «Chi salverà alla fine il salvatore?». Il riferimento è alla Germania chiamata a finanziare il salvataggio dei Paesi deboli e che così facendo potrebbe rischiare la propria solidità.
Raramente in questo paese lo scontro tra le due massime cariche dello stato era stato così clamoroso. Peraltro sempre mercoledì anche l'ex cancelliere Helmut Kohl ha attaccato la stessa signora Merkel, accusando la sua Germania di non essere più «una potenza affidabile» in politica estera. Ha previsto «conseguenze catastrofiche» se il rapporto con la Francia non venisse coltivato adeguatamente.
Qualche ora prima dell'intervento di Kohl, il ministro del Lavoro Ursula von der Leyen aveva suggerito che anche la Germania, come la Finlandia, chiedesse garanzie alla Grecia in cambio di aiuti. La Cancelleria era stata costretta a un'imbarazzante presa di distanza proprio mentre cresce l'attesa per la sentenza della Corte costituzionale sui ricorsi contro gli aiuti tedeschi al governo greco, prevista a inizio settembre.
La crisi debitoria ormai sta mettendo in piazza tutte le insicurezze tedesche, tra dubbi, paure e preoccupazioni. Alle angosce poi contribuiscono i recenti dati economici che fanno presagire se non una recessione almeno un netto rallentamento, per non parlare dei sondaggi che danno il governo in grave difficoltà a qualche giorno da due consultazioni regionali, nella città-stato di Berlino e nel Meclemburgo Pomerania Occidentale.
Sorprende se la Germania, ostaggio dell'emotività e in preda all'incertezza, provoca sui mercati nervosismo e timori mentre la zona euro è «sull'orlo del burrone», come ha detto Jacques Delors? Il crollo di Francoforte è durato qualche minuto e forse oggi verrà ampiamente recuperato, ma per la signora Merkel è un avvertimento che risuona forte e chiaro in tutta Europa. Lo stesso che ha lanciato ieri «Die Welt» esortando il cancelliere a mostrare «Orientierung», in altre parole leadership.
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