Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2011 alle ore 09:17.

My24

Ben Bernanke ha tenuto ieri a Jackson Hole le redini strette sulla questione monetaria, ma ha scatenato i cavalli sulla politica fiscale. Che sia una svolta? Di certo si rafforza l'alleanza con la Casa Bianca. E di certo Bernanke chiede politiche di stimolo a breve per sostenere il settore immobiliare e per rilanciare l'occupazione. Dietro l'apparente neutralità delle sue parole e dietro la delusione dei mercati che volevano subito un Qe3 dunque Bernanke aggiusta il tiro. Guarda alle prossime settimane. E assume un ruolo molto attivo, con scelte che divergono ancora di più da quelle della Bce, che del rilancio della crescita sembra non volersi occupare.

Secondo fonti della Fed l'inflazione è l'ultima delle loro preoccupazioni mentre secondo fonti della Bce la Fed si sta comportando in modo irrazionale sul fronte inflazionistico. Chi ha ragione dunque? La nostra posizione resta quella di sempre: dalla Bce ci aspettiamo un ruolo più attivo. Un incoraggiamento più efficace perché i Governi assumano misure a sostegno della crescita. Il discorso di Bernanke cerca di conciliare le esigenze di austerity di medio lungo termine con quelle espansive di breve termine.

Ci si può stupire che proprio Bernanke incoraggi uno stimolo dell'economia quando si dovrebbe pensare a mettere ordine nei conti pubblici. Ma Bernanke ha confermato le anticipazioni del nuovo policy mix monetario/fiscale in uno dei passaggi più importanti del suo discorso: «Seppure la questione della sostenibilità fiscale debba essere affrontata con urgenza, i politici preposti alle decisioni in materia non dovrebbero, di conseguenza, ignorare la fragilità dell'attuale ripresa economica. Agire ora per mettere a punto un piano credibile per ridurre futuri disavanzi nel lungo termine, essendo attenti allo stesso tempo alle implicazione delle scelte fiscali per la ripresa nel breve termine può contribuire a servire tutti e due gli obiettivi» ha detto.

Bernanke suggerisce di occuparsi a fondo del settore immobiliare, quello che versa ancora in maggiori difficoltà e la cui instabilità rappresenta la minaccia più seria per il sistema bancario americano, «la debolezza del settore immobiliare ha avuto impatti negativi sui mercati finanziari e sui flussi di credito» ha detto ancora Bernanke che ha poi aggiunto questo significativo e caloroso consiglio: «Ci sarà una normalizzazione, ma il processo potrà essere accelerato da buone e attive politiche per il settore immobiliare». È solo un caso che Obama abbia deciso di chiedere una riduzione dei tassi di interesse ai livelli attuali per coloro che hanno mutui sotto il cappello Fannie Mae/Freddie Mac, cioè sotto istituzioni pubbliche?

Sul tema occupazione, «a rischio strutturale», Bernanke osserva che «politche a breve per incoraggiare la crescita e rimettere la gente al lavoro diventano centrali per il successo di lungo periodo». È solo un caso che il 5 settembre Obama pronuncerà un discorso per rilanciare l'occupazione?

Ci sarà chi dice che la Fed ha le armi spuntate. Che Bernanke è perduto davanti all'inutilità delle sue azioni e dunque butta la palla nel campo della politica, antagonista storico in un sistema che poggia su una sana e rigorosa separazione dei poteri. Ma non è così. Non c'è nulla di casuale nelle parole scelte con cura ieri in uno dei momenti più delicati per la ripresa. E sul fronte monetario la Fed ha ancora molte armi per intervenire. Solo ha deciso di rimandare la decisione al momento più opportuno, il 21 di settembre, in tempo per tirare le fila sulle nuove azioni che avrà richiesto Obama in materia di stimoli fiscali a breve. E per valutare la risposta repubblicana: sarà negativa, ma per questo momento congiunturale non vi sono molte altre via d'uscita.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi